NOTIZIE

Le Stelle viste da vicino

E' passato oggi per la sezione competitiva Controcampo Italiano, "Hollywood sul Tevere", documentario del giornalista Marco Spagnoli che ha saccheggiato l'Archivio dell'Istituto Luce per raccontarci gli americani a Roma e un'epoca d'Oro del Cinema.

Hollywood sul Tevere - Locandina

08.09.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
Se non fosse un documentario, “Hollywood sul Tevere”, avrebbe il più grande cast della storia del cinema. In suggestive immagini in bianco e nero, con un montaggio rapidissimo e una fantastica colonna sonora, vediamo passare sotto i nostri occhi Charlie Chaplin, Stanlio & Ollio, Alfred Hitchcock, Cary Grant, Gregory Peck, Ursula Andress, Peter Sellers, Humphrey Bogart, Henry Fonda, Vittorio De Sica, Pietro Germi, Virna Lisi, Claudia Cardinale, Alida Valli e ci fermiamo qui altrimenti potreste pensare che siamo impazziti. Ma vi assicuriamo che la lista delle star è ben lontana dall’essere completa. “Hollywood sul Tevere” è un viaggio nel periodo aureo di Cinecittà, rifondata dal neorealismo e presto in grado di attrarre gli investimenti americani grazie a location rese storiche da titoli quali: “Roma città aperta”, “Vacanze romane”, “La dolce vita”  – che furono ricostruite per intero negli studi di Cinecittà, compresa Via Veneto e la celebre scena della Fontana di Trevi con Anita Ekberg -, oltre alle megaproduzioni peplum, che fecero da presupposto alla trasformazione della città in un vero e proprio set per la settima arte.

Marco Spagnoli grazie all’Istituto Luce che gli ha messo a disposizione il suo tesoro senza fondo, alla montatrice Patrizia Penzo e alle musiche di Pivio e Aldo De Scalzi con “Hollywood sul Tevere” ci fa fare un viaggio a ritroso, di tipo proustiano, quando le star erano star e il cinema era un’industria. Roma negli anni dai ’50 ai ’70 è stato un luogo fondamentale per la storia del cinema mondiale. “Quando mi sono messo al lavoro su questo documentario – ci dice Spagnoli – mi sono posto quattro regole. Primo: nessuna intervista ai superstiti del periodo della ‘dolce vita’, solo utilizzo di materiali di repertorio; Secondo: un montaggio velocissimo che cogliesse soprattutto i particolari di ogni singolo attore; Terzo: una voce narrante che ricordasse quella delle dive di allora e l’ho trovata in Daniela Cavallini; Quarto: le musiche del film sono la vera sceneggiatura del racconto. Quindi non abbiamo utilizzato nessuna musica o canzone di quegli anni ma Pivio e Aldo De Scalzi hanno creato una vera e propria colonna sonora dietro la quale si nasconde il mio modo di volere raccontare quel tipo di cinema, quel periodo, quei personaggi straordinari e questo materiale pazzesco con il quale ho avuto a che fare. Tutto questo per evitare qualsiasi effetto nostalgia che non mi interessava affatto ma, al contrario, per ricordare che tutto ciò che vedete è successo e potrebbe riaccadere. Occorre ‘solo’ che il Governo (quello attuale o quelli a venire), tutte le Istituzioni, gli  addetti ai lavori, si ricordassero che il cinema è un’industria e andrebbe trattata come tale”.

Più di mille cinegiornali visionati, foto, filmati, un lavoro lungo e particolarmente impegnativo sta dietro a questo documentario e lo si percepisce chiaramente durante la visione. “Hollywood sul Tevere” passerà sul canale satellitare Studio Universal i primi di novembre mentre poco prima di Natale arriverà nei negozi per l’home-video distribuito dalla Universal Pictures Italia. “E’ stato un vero privilegio – conclude l’autore – potere entrare in un tesoro come quello di Cinecittà Luce, potere offrire al pubblico quella che è una rilettura e, al tempo stesso, una scoperta visiva del grande passato e di anni indimenticabili. Speriamo che il film sia di buon auspicio e che possiamo sperare in un futuro produttivo altrettanto elegante e glamour”.