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Le pagelle di Venezia

Oltre ai Leoni, altri premi minori ma gustosi, sono stati sottaciuti a Venezia. Questi non ruggiscono ma graffiano anzichéno. Come il David Strathairn (foto) del film di Clooney

david christian

13.09.2005 - Autore: Claudio Moretti
miglior Borseggiatore di premi: Dante Ferretti. Si sentiva investito di una missione più grande di lui: dare un premio al cinema italiano. Serviva un prestigiatore, più che uno scenografo, pur grande. Alla fine ha messo in moto una tale zizzania da scippare di mano alla Huppert la Coppa Volpi per darla alla Mezzogiorno. Il fascino da pelle d’oca della francese è stato in parte risarcito dal miglior Zuccherino (il Leone Speciale).

miglior Regista ignorato e offeso: Park Chan-wook. E’ stato l’unico grande artista dietro alla macchina da presa visto al Festival del Cinema. Gli altri film al confronto parevano fatti tutti di oneste regie invisibili. Non premiarlo è servito a nascondere questa atroce e mediocre verità. Conoscendolo si vendicherà.

miglior Film ignorato e offeso: Romance & Cigarettes. Lo sboccato ottovolante di Turturro fa il pieno di risate in sala portando gli spettatori su e giù per le montagne russe di irresistibili battute. Già, ridere non si confà ad un festival: c’è il rischio che si stropicci lo smoking e pure l’ultima ruga appena stirata sul viso. 

miglior Cocoon (il più arzillo): De Oliveira, anni 97. Ha scoperto lo Specchio magico che invecchia al posto suo e regala altri 137 minuti che accarezzano la pelle e la rendono sempre più splendida. La sua macchina da presa è caduta nella Fonte dell’eterna giovinezza. 

migliore Breccia di Porta Pia: I metal detector. Alle porte di Brandeburgo della Mostra del Cinema se hai un piccolo copeco in tasca…Alt! Fermi tutti! Quell’uomo è armato e pericoloso. Consegni il copeco prima di entrare! Poi un attimo dopo sembrano la breccia di Porta Pia. Entri con tutto quello che vuoi. Puoi mettere un kalashnikov nella borsa rischiando di non esser visto.

miglior Travestimento fallito: Sabina Guzzanti. “Per ottenere dalla Rai le immagini da utilizzare in Viva Zapatero! ho telefonato fingendomi un’altra regista che stava facendo un documentario intitolato Media e Cristianità. Niente. Non me l’han date uguale”. Non deve esser granchè brava a camuffare la voce…

miglior Amministratore di condominio: Marco Muller. L’amministratore di condominio del festival si divide tra il ruolo di capro espiatorio e quello di parafulmine. I condomini vogliono un nuovo palazzo del cinema, ma nessuno mette sul tavola la pecunia necessaria. Veltroni alla finestra si frega le mani, la sola idea del Festival di Roma lo sta facendo già vistosamente salivare.

miglior Casus belli: Franco Battiato. Fischiato e deriso con il suo Musikanten dice: “All'inizio degli anni Settanta io facevo musica sperimentale. E mi chiamarono a suonare in una discoteca di Viareggio. Arrivarono circa 1.500 persone, io cominciai a far sentire dei suoni ottenuti dai metalli. E la gente come reagì? Ridendo”. Ecco, appunto, caro Franco: perché aspettare pure stavolta un decennio di “dodecafonia cacofonica” invece di trovare subito un Centro di Gravità permanente pure al cinema?

migliore Buonanotte: David Strathairn. Confinato a dozzine di ruoli da caratterista ad Hollywood stavolta calza l’interpretazione della sua vita nei panni del giornalista Ed Murrow. Da appuntamento a metà strada ad Humprhey Bogart e Gary Cooper e regala flashback di monumentale cinema classico. All’unico vero e carismatico oratore del festival diamo pure il compito di chiuderlo con il suo dolce: “Good Night, and Good Luck”.