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Julianne Moore: i miei primi 50 anni

Il Festival di Roma le conferirà il Marc'Aurelio d'Oro alla fine del mese, e intanto lei non smette di sorprendere il pubblico con ruoli originali. Vi raccontiamo la storia di una delle rosse più belle di Hollywood

Julianne Moore

19.10.2010 - Autore: Federica Aliano
A dicembre compirà cinquant’anni esatti, ma Julianne Moore ha ancora il fisico asciutto e soprattutto il sorriso fresco di una ragazzina. Oltre alla voglia insopprimibile di stupire il suo pubblico, di mettersi ancora in gioco, di sentirsi donna. Raramente un’attrice riesce a restare così vitale, eppure lei continua a scegliere ruoli controversi, come quello in "Chloe", in cui aveva una scena di sesso omo con Amanda Seyfried (qui la nostra recensione).

Julianne Moore e Jeff Bridges ne Il grande Lebowski

Julie Anne Smith viene dalla Carolina del Nord e, dopo una laurea alla Boston University's School of the Arts, ha pensato bene di mettere il suo fascino particolare e il suo talento speciale al servizio dell’arte attoriale. Solo che il suo nome era anonimo, di Julie Smith all’Actors Guild ce n’erano già troppe, così decise di fondere i suoi nomi e di adottare come cognome il secondo nome di suo padre, un giudice militare. Nonostante la bravura, ne ha dovuta fare di gavetta questa rossa dalla pelle screziata. Ma come potremmo mai dimenticare i suoi ruoli, ora da commedia ora più impegnati? Come possiamo dimenticare l’avvenenza di Aber Waves, la pornodiva dal senso materno in “Boogie Nights”? Come togliersi dalla testa l’immagine di lei su una pista da bowling vestita da sexy vichinga ne “Il grande Lebowski”?

Julianne Moore

Intanto gli anni passano e lei non ha perso nemmeno un grammo della sua avvenenza, tanto che ancora viene coperta di dollari per posare mezza nuda nella campagna di borse e gioielli di Bulgari, in cui ha addosso soltanto accessori e animali esotici. Le riviste le dedicano copertine e servizi fotografici, e lei non si risparmia, si concede al suo pubblico, spesso in pose sensuali e in mise succinte, per la gioia degli uomini che la ammirano e delle donne, che mai la hanno detestata, ma sempre stimata. Soprattutto dopo il monologo di “Magnolia” nella farmacia, in cui riassume tutta la forza femminile in un’esplosione di rabbia non urlata.

Julianne Moore per Annie Leibovitz

Julie è un’icona di stile e femminilità, di una bellezza che resta immobile come nelle favole. Non a caso Annie Leibovitz la ha scelta per la sua serie di scatti che ricrea le favole Disney, e Julianne è Ariel, la sirenetta dai capelli rossi che fluttuano nelle acque del mare.
E pensare che lei ride del suo passato: “A scuola ero una geek, un disastro totale. Ero la tipa troppo bassa, per niente atletica, con gli occhiali!”. Oppure racconta che il primo regista con cui studiò le disse che i suoi capelli rossi le avrebbero fatto ottenere una parte: “Non importa il talento, sei rossa, qualcuno ti vorrà per qualche motivo”. Non proprio lusinghiero, eh? Invece lei quelle parole gliele ha fatte rimangiare, perché è fuor di dubbio che lavora per il suo talento, non per i suoi capelli, che per uno dei ruoli più belli che abbia interpretato, quello in “Lontano dal Paradiso” sono anche diventati biondi.

Julianne con suo marito Bart Freundlich

E intanto ha anche avuto il tempo di mettere su famiglia: dopo il divorzio dal suo primo marito, l’attore John Gould Rubin, con cui è stata sposata nove anni, ha pronunciato per la seconda volta il sì e si è unita al regista Bart Freundlich, che la ha diretta in “Uomini e donne”. Dal loro amore sono nati due figli, Caleb e Liv.
“La mia famiglia è incredibilmente importante per me. Voglio passare con loro più tempo che posso. Cerco sempre di girare a New York, o di lavorare d’estate, così loro possono venire con me. Sono finiti i tempi in cui facevo grossi film che mi tenevano mesi e mesi lontana mentre loro erano a scuola”.

Julianne Moore

La famiglia è stata sempre importante, tanto che lo scorso anno, quando sua madre morì a sessantotto anni, per lei fu devastante. “Non è giusto, era ancora giovane – dichiarò ai media – è tremendamente difficile da accettare. È stata una cosa completamente improvvisa e inaspettata, è stata una semplice infezione e poi un’embolia. Si è sentita male ed è morta la mattina dopo, e io ero su un aereo quando è morta. È orribile, mi mancherà moltissimo”.
Ma non si è mai arresa Julianne, e adesso la vedremo in un altro ruolo di madre, anche se diverso.

Julianne con la regista Lisa Cholodenko

Sarà madre al Festival Internazionale del Film di Roma in “The Kids Are All Right”, già passato a Berlino. Lei e Annette Bening sono una coppia di fatto che ha avuto due figli dallo stesso donatore di sperma. Un po’ come è successo alla regista del film, Lisa Cholodenko, che coloro che ascoltavano già musica negli anni Ottanta ricorderanno per il duo vocale Wendy & Lisa. Ebbene, le due ragazze erano una coppia anche nella vita e Lisa abbe un figlio grazie all’inseminazione, figlio che lei e Wendy hanno sempre considerato tutto loro.
Per questo film si parla di nomination all’Oscar per entrambe le attrici, ma intanto la Moore a Roma riceverà il Marc’Aurelio – Best Acting Award, e non è niente male come prima soddisfazione.Nel frattempo però, per chi non le ricordasse, ecco le due ragazze che hanno ispirato la storia del film, quando ancora fingevano di suonare gli strumenti...
 
Per saperne di più

La recensione di The Kids Are All Right
Il trailer del film