
Dario, descrivici la tua serata cinematografica standard. Cosa vai a vedere in sala? Scegli mai le commedie romantiche?
Non è una questione di generi, anche se adoro le commedie romantiche e i musical. I film sono la mia vita, vado a vederli per restare affascinato da come un regista possa muovere la macchina da presa. E ho un detector speciale per quei film che sono fatti solo per arricchire le tasche dei produttori. Quelli vorrei evitarli tutti.
Quanto per te è difficile mettere insieme un budget per fare un film?
Non è difficile, anche se un film come “Dracula 3D” è costato parecchio. Proprio a causa della tecnologia tridimensionale e dei costumi.
Quindi non hai mai avuto momenti bui in cui magari hai pensato di mollare e dedicarti ad altro?
Non l’ho mai fatto. Dai, faccio film ogni anno, al massimo ogni due. E sono anche un produttore: ho aiutato i miei assistenti a diventare registi. Ho una factory in Italia per aspiranti registi. E questa cosa mi dà gioia.
A parte vendicarti contro Stephenie Meyer & Co. Perché hai girato Dracula adesso?
Volevo rinfrescare il suo look. Il mio Dracula è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini.

Quale dei Dracula del passato è il tuo preferito? Chi preferisci Bela Lugosi o Christopher Lee?
Dai, Bela Lugosi decisamente no. Lui era troppo grasso! Mi piacevano i film della Hammer con Christopher Lee. Lui sì che era selvaggio e spaventoso. Ricordo che ero molto giovane e che il suo Dracula mi spaventò parecchio. Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista.
A proposito del 3D. Quanto questa tecnologia ha cambiato il tuo modo di fare cinema? D’ora in poi farai film solo in 3D?
Il 3D è una tecnologia meravigliosa. E per quanto mi riguarda è come il colore. Quando hanno cominciato a usarlo lo facevano solo per i cartoni animati. Poi solo i western a colori e i film spettacolari. A poco a poco tutti erano a colori. Sono certo che accadrà lo stesso con il 3D.
Quanto Dario Argento è nostalgico? Quanto ti mancano i tempi di “Suspiria”?
Non sono mai stato nostalgico. Il mio motto è: guardare sempre avanti.
Hollywood continua a utilizzarti come fonte di ispirazione. Cosa ne pensi dell’imminente remake di “Suspiria”. Gli hai dato la tua benedizione?
Per niente! Anzi è un’idea che non mi piace e di cui non conosco nulla. Nessuno me ne ha parlato. Non conosco il regista. Non ne so davvero nulla.

Però i diritti del film li avete venduti…
E’ stato tanto tempo fa. Dopo gli acquirenti sono scomparsi. Nessuno mi ha più detto nulla. Ma sono certo che non andrò a vedere questo remake.
Tu sei tornato ai vampiri. Molti tuoi colleghi invece sono rimasti ancora agli zombie. E adesso i morti viventi sono in pieno revival…
Perché sono figure estremamente interessanti. Pensateci, guardate là fuori e vi accorgerete che è pieno di morti viventi! Nelle strade come nei film. Sono ovunque!
Sei ancora in contatto con Romero?
Siamo molto amici. Così come sono in ottimi rapporti con John Carpenter, Tobe Hooper e Tim Burton.
A proposito di cinema commerciale e poco sostanzioso: quanto pensi che questo ti metterà i bastoni tra le ruote?
Vent’anni fa eravamo i più forti nell’horror. Poi tutto è cambiato e nessun produttore oggi è più interessato agli artisti. Ma chissà… sento che forse adesso è il momento di tornare alla carica.
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