Il triangolo no, direbbe Renato Zero, ma in questo caso i tre lati della geometrica figura sentimentali sono alquanto bizzarri. Lui, divorziato e depresso, in cerca di una donna di cui innamorarsi sinceramente, non una botta e via. Lei, bella, matura, interessante, in cerca di una storia importante. L’altro: il figlio ventenne di lei. Ancora a casa, legato alla madre in maniera morbosa, nemico giurato di chiunque voglia minare il suo Paradiso familiare.
Questo è “Cyrus”, commedia indipendente presentata prima al Festival di Locarno nell’ambito dell’omaggio dedicato al suo protagonista, John C. Reilly, e poi al Torino Film Festival 2010, nella sezione Festa Mobile. Film che deve moltissimo ai suoi interpreti, da Reilly alla bellissima e sempre più brava Marisa Tomei, fino al sorprendente Jonah Hill, giovane talento comico e non solo che dimostra in questo film di potersi tranquillamente affrancare dal Frat Pack di Judd Apatow e compagnia per intraprendere una carriera diversa e in solitaria. “Cyrus” è un film che racconta con grande leggerezza l’importanza di trovare una persona con cui dividere la vita e lo fa esplorando i rapporti umani con intelligenza e sensibilità, senza mai andare oltre le righe e anche con una scrittura attenta, naturale e mai banale. Peccato che Jay e Mark Duplass non riescano a mantenere lo stesso equilibrio e stile raffinato anche nella parte registica. Adepti quasi dogmatici della macchina a mano, i due fratelli portano all’estremo il loro desiderio di cinema verista, non necessariamente funzionale alla narrazione di una storia che da una regia classica e asciutta avrebbe tratto decisamente giovamento.
Peccato, perché “Cyrus”, prodotto Fox Searchlight come tanti altre opere indipendenti di successo degli ultimi anni (leggi "Little Miss Sunshine"), è un film davvero di notevole di livello che offre oltretutto a John C. Reilly l’occasione di dimostrare di essere in grado di poter reggere anche un ruolo da protagonista, dopo tante caratterizzazioni per registi di secondo piano come Martin Scorsese, Terrence Malick, Paul Thomas Anderson e altri autori più o meno dello stesso livello... Ovviamente c’era una punta d’ironia in quest’ultima frase.
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Cyrus - La nostra recensione
Ottime interpretazioni, ma regia discutibile per questa commedia indie divertente e ben scritta
10.01.2011 - Autore: Alessandro De Simone