Presentato Fuori Concorso al Sundance Film Festival ed all’interno della rassegna Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2009, “I Love You Phillip Morris”, tradotto (per paura di strali censori?) con il poco azzeccato “Colpo di fulmine – Il mago della truffa”, è un’atipica commedia carceraria che sembra fare da contraltare, per leggerezza di stile e briosità espressiva, alla solenne imponenza de “Il profeta” di Jacques Audiard, in concorso lo stesso anno.
La storia, ispirata ad una vicenda reale, è quella di Steven Russell, gay non dichiarato, con moglie biondissima e figlia piccola, gratificante lavoro in polizia ed abitudini religiose da perfetto americano. In seguito ad un grave incidente stradale, decide di cambiare vita per assecondare i propri reali desideri. Comincia così il suo tourbillon sentimentale e criminale, un susseguirsi, senza soluzione di continuità, di truffe geniali, rocambolesche evasioni e promesse d’amore eterno per il bel Phillip Morris (un Ewan McGregor a tinte tenui, perfettamente in parte), in carcere pure lui per un reato di poco conto.
Quello diretto da John Requa e Glenn Ficarra (già sceneggiatori di “Babbo bastardo”) è un film difficilmente etichettabile ed assimilabile all’interno di un genere preciso, sfuggente, letteralmente, proprio come il suo protagonista. Scherza con gli stereotipi (l’America bigotta ai tempi di Reagan, l’omosessuale spendaccione e frivolo, il secondino corrotto, l’avvocato scaltro e truffaldino ecc.) e, un momento prima di cadere nella trappola dell’ovvio, vira abilmente - per eccesso o per difetto - verso una direzione imprevedibile. Come se quei cliché si dissolvessero, ogni volta, nella maschera e nel corpo dinoccolato da Landru non violento di Steven Russell, mattatore dentro e fuori dalla finzione cinematografica. Assecondato da una regia intelligentemente trasparente e da una ricerca minuziosa sui costumi (sono di David C. Robinson, già costumista per “Donnie Brasco" e “Vi presento Joe Black”), Jim Carrey giganteggia nell’ennesimo ruolo memorabile della sua carriera.
“Colpo di fulmine – Il mago della truffa” ci mostra i mille volti e le mille identità di un solo uomo che, apparente paradosso, si sdoppia (e triplica o più, all’occorrenza) per affermare l’essenza di ciò che è. Non è affatto un caso, fra l’altro, che la storia principale si dipani a partire dagli anni Ottanta dei Top Gun palestrati e del (presunto ed effimero) benessere economico. Nella società reaganiana dell’immagine, “essere” ingloba “apparire”. E l’apparenza finisce per sovrastare l’essenza e divenire il solo metro di giudizio di ciò che si è. Non importa quante personalità Steven sia in grado di assumere su di sé, purché sappia rappresentarle.
Solo l’amore romantico - e con punte di struggente intensità - per il compagno di cella Phillip è in grado di svelare, in un modo intelligente e sarcastico, il caleidoscopio esistenziale del protagonista, un trasformista in nome di qualcosa di autentico. Fino alla prossima fuga, naturalmente…
“Colpo di fulmine – Il mago della truffa” sarà distribuito dalla Lucky Red a partire dal 2 aprile.
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Le foto di Ewan McGregor sul set di Knockout
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Colpo di fulmine - La nostra recensione
L'Amour fou ai tempi di Reagan: Jim Carrey in una storia d'amore diretta con sensibilità e leggerezza dagli sceneggiatori di "Babbo Bastardo".
02.04.2010 - Autore: Ilaria Mainardi