Al suo fianco, per la prima volta, c’è “Sua Santità” Michel Piccoli: “Non ho avuto bisogno di riflettere più di tanto: ho detto subito di sì a Nanni… è stato lui a non dirmelo subito! – rivela l’attore - Durante le riprese ho guardato e ascoltato sia lui che tutta la sua squadra. Mi sono affidato al mio capo maestro, il mio regista che mi ha perfino suggerito quale doveva essere il tipo di grido che il personaggio avrebbe dovuto fare prima di affacciarsi alla finestra di San Pietro”.

E Moretti non fa giri di parole per spiegare che “Sia ‘Habemus Papam’ che ‘La messa è finita’ sono due film realizzati da un ateo. Quando qualcuno mi dice che in quelle pellicole non c’è la Fede.. rispondo che è proprio così. Penso alla famosa battuta di Luis Buñuel ‘Grazie a Dio sono ateo’, non la sottoscrivo, ma è così per me. Ho avuto una educazione cattolica, non esagerata, ma non sono credente da quando ero ragazzo”. Il regista parla anche delle poche stroncature e delle polemiche che il film ha scatenato nel nostro Paese: "Ho letto le critiche italiane e penso che gli integralisti ci siano in qualsiasi religione, ma sono state pochissime le reazioni dure che non sono assolutamente rappresentative della sensibilità del mondo cattolico. Sono state posizioni isolatissime che hanno detto ‘Non andate a vedere questo film’. Non ne ho approfittato per fare la vittima, è un ruolo che non mi piace interpretare”.
E nella sua esplorazione tragicomica del peso del pontificato, Moretti conclude: “In Italia le alte gerarchie sono sempre un po’ intervenute con le loro posizioni nella vita politica. Negli ultimi anni, però, mi sembra che i partiti politici italiani recepiscano con più agitazione di prima, rispetto a trenta quaranta anni fa, le posizioni del Vaticano sulla vita politica e sociale. Un tempo c’era meno agitazione. Per quanto riguarda il resto del mondo, ho mostrato dei fedeli in piazza provenienti da diverse nazioni: quando il mio Papa dice che c’è bisogno di un grande cambiamento, quei fedeli applaudono felici...”.
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