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Cannes: Luchetti racconta la vera vita italiana

Il regista presenta in Concorso "La nostra vita", dramma interpretato magnificamente da Elio Germano. Sulla croisette anche Raoul Bova, Luca Zingaretti e Isabella Ragonese.

Daniele Lucchetti a Cannes

20.05.2010 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Cannes
“Quelli che mettiamo in scena sono luoghi poco rappresentati dal cinema italiano. Siamo partiti da un documentario che ho girato a Ostia incentrato sull’assegnazione delle case popolari. Ho vissuto in questi appartamenti in cui abitano famiglie con un solo stipendio. E nel frattempo facevo il parallelo tra quello che vedevo davvero e quello che ho visto sul grande schermo” – Comincia così il nostro incontro con Daniele Luchetti, regista che presenta sulla Croisette “La nostra vita”, unico film italiano in concorso.

“ La classe proletaria si è spostata in periferia – continua Luchetti, per la seconda volta in Concorso a Cannes dopo “Il portaborse” (1991) – abbiamo notato che la vita è rimasta la stessa ma i luoghi sono cambiati. La piazza è diventata un centro commerciale dove si ha l’illusione di poter vivere una vita come tutti gli altri. Badate bene, ‘l’Illusione’: non sei ricco, fai debiti… sei solo la rotella di un ingranaggio”. Nelle parole del regista il punto di forza del suo film è stato: “raccontare questi personaggi, non prendendoli in giro come spesso la commedia ha fatto, né utilizzandoli in funzione di qualcos’altro. Sono persone come noi, da qui ho scelto il titolo ‘La NOSTRA vita’. Lo sguardo paritario ai personaggi è il motore del film”.

“Questi personaggi sono molto diversi da me – continua il regista - la pensano in maniera diversa e probabilmente votano anche da un’altra parte… eppure conoscendoli a fondo, capiamo che l’altro non è così diverso da noi. Per questo credo che ‘La nostra vita’ sia un film pieno di solidarietà umana”.  Il protagonista Elio Germano, in una nuova grande prova attoriale, afferma: “Questo è il lavoro che amo. Qualsiasi costruzione del personaggio è una profonda gioia. L’aspetto drammatico è stato più difficile da affrontare proprio come essere umano. Non serve preoccuparsi soltanto di essere professionali quando affronti temi che riguardano tutti noi. Il mio personaggio racchiude in sé tutte le caratteristiche del lavoratore trentenne medio. Decidendo di raccontare un ambiente particolare non aveva senso prendere una posizione, ma era più interessante navigarci dentro e vedere quello che ne emergeva spontaneamente”.

 Gli fa eco Luca Zingaretti che nel film interpreta uno spacciatore: “Il mio personaggio è figlio di questo cambiamento profondo che è avvenuto nel nostro paese in pochissimo tempo. Forse non riusciamo a percepirlo bene nemmeno noi in Italia, ma è cambiata la vita delle persone. Quando uno dice ‘spacciatore’ si pensa ad una persona orribile e crudele. Uno che mette paura, ma in realtà il mio personaggio è un buon vicino di casa. Il nostro Paese percorre dei binari amorali, come se si fosse perso il confine tra lecito e illecito, tra possibile e non possibile”.

Salutato dagli applausi, Daniele Luchetti afferma con entusiasmo: “È stato dopo ‘Mio fratello è figlio unico’ che ho cominciato a mettere alla prova le sceneggiature che scrivevo. Le abbiamo smontate e rielaborate attraverso le imprevedibilità del cinema: sul set de ‘La nostra vita’ dicevo sempre di lasciare tutti gli attori liberi di fare quello che volevo io. Abbiamo girato le scene anche cinque volte ognuna delle quali con un tono diverso. Volevo avere la libertà di decomporre e ricostruire un filo narrativo e ho notato che sono comunque arrivato al punto che volevo. Con questo film ho trovato un piacere ulteriore per l’atmosfera del set e per il montaggio”.
 
La nostra vita” sarà distribuito dalla 01 Distribution a partire dal 21 maggio

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