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Jason Robards

DATA DI NASCITA: 26/07/1922
LUOGO DI NASCITA: Chicago, Illinois
DATA DI MORTE: 26/12/2000
Jason Robards nacque a Chicago nel 1922, figlio dell'attore Jason Robards, Sr. e di Hope Maxine Glanville; i suoi genitori divorziarono quando lui aveva cinque anni. Comprimario e protagonista dall'aria rude, fu attivo a Broadway fin dal 1956, riscuotendo particolare successo nelle produzioni di Eugene Gladstone O'Neill. Esordì sugli schermi maturo, distinguendosi ne Il viaggio (1959) di Anatole Litvak, e fu a proprio agio nell'intensità solenne de Il lungo viaggio verso la notte (1962) di Sidney Lumet, tratto da una pièce di O'Neill. Arguto interprete di commedie come Tutti i mercoledì (1966) di Robert Ellis Miller, fu Al Capone ne Il massacro del giorno di San Valentino (1967) di Roger Corman e Doc Holliday nel western L'ora delle pistole (1967) di John Sturges. Nei western crepuscolari di due grandi autori, Sergio Leone e Sam Peckinpah, diede le migliori interpretazioni in carriera, prima in C'era una volta il West (1968) nei panni di "Cheyenne", una singolare figura di fuorilegge romantico, spettatore disincantato del violento tramonto dell'epopea western (celebre la sequenza in cui muore sul ciglio della ferrovia in costruzione), e poi in quelli di "Cable Hogue" ne La ballata di Cable Hogue (1970), ove incarnò egregiamente il pionierismo smitizzato e perdente sotto l'avanzare di una modernità cinica e disumanizzante. Raffinato in ruoli secondari, Robards conquistò due Oscar consecutivi come miglior attore non protagonista, per Tutti gli uomini del presidente (1976) di Alan J. Pakula e Giulia (1977) di Fred Zinnemann, e ottenne una nomination per Una volta ho incontrato un miliardario (1980) di Jonathan Demme. Durante gli anni ottanta passò al film tv, tra biopic come La spiaggia dei giorni felici (1980) di Michael Tuchner, la fantascienza di denuncia con The Day After - Il giorno dopo (1983) di Nicholas Meyer e il dramma con Morte per passione (1991) di Larry Elikann. Tornò ancora una volta al cinema in ruoli secondari, ma con dolorosa intensità, tra cui vanno ricordati Philadelphia (1993), di Jonathan Demme, e Magnolia (1999), di Paul Thomas Anderson.