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Ben Gazzara

DATA DI NASCITA: 28/08/1930
LUOGO DI NASCITA: New York
DATA DI MORTE:
Biagio Anthony Gazzara, figlio di un immigrato siciliano nasce e cresce a New York, nell'East Side. Il padre lo vuole ingegnere, ma quando riceve una borsa di studio per la scuola di recitazione si mette sotto l'ala protettiva di Erwin Piscator, che sarà il suo insegnante, e comincia a studiare quella che è la sua passione. Entrato all'Actor Studio, i suoi esordi sono principalmente legati al palcoscenico: 'The Night Circus' (1958), seguito da altri bellissimi spettacoli come 'Strano Interludio' (1963), 'Hughue/Duet' (1975), 'Chi ha paura di Virginia Woolf?' (1976) e infine 'Shimada' (1992). Conosciuto dal pubblico americano per le sue partecipazioni in telefilm americani, gli viene proposto di passare al cinema per interpretare "Un uomo sbagliato" di Jack Garfein, trasposizione di "End as a Man", che è stato amato dalla critica, ma che non ha accolto i favori del pubblico. Nel 1959 è nel film "Anatomia di un omicidio" di Otto Preminger accanto a James Stewart, ma collabora assiduamente anche con il cinema italiano: "Risate di gioia" di Mario Monicelli, dove si frappone fra Anna Magnani e a Totò, e "La città prigioniera" di Joseph Anthony, con Lea Massari e David Niven. Negli anni Sessanta lavora in "Giorni senza fine" (1961), "Tre passi dalla sedia elettrica", "Smania di vita", "Il ponte di Remagen" (1968) di John Guillermin e si presta perfino per un cameo in "Se è martedì, deve essere il Belgio" di Mel Stuart. Grazie al regista John Cassavetes, diventato poi il suo migliore amico, girerà grandi successi come "Mariti", "Assassinio di un allibratore cinese" e il suo capolavoro "La sera della prima". E' di frequente, partner di Ornella Muti in moltissime pellicole come a esempio "Storie di ordinaria follia" di Marco Ferreri e "La ragazza di Trieste" di Pasquale Festa Campanile. Negli anni Novanta, sente il desiderio di formarsi anche come regista e dirige "Oltre l'oceano" con Sergio Rubini. I film "La formula", "Il grande Lebowski", "Panico a New York" ne confermano una fama che non accenna a diminuire. Nel 1997 è la volta di "Buffalo 66" di Vincent Gallo e "Illuminata" di John Turturro. Nel 2003 si è preso cura della sfortunata Nicole Kidman nel film di Lars von Trier "Dogville".