
Certo è che chi lo ha visto recitare e cantare nel capolavoro glam di Todd Haynes, “Velvet Goldmine” non poteva avere dubbi: il ragazzo gioca bene, per usare una metafora calcistica. Eh sì, perché oltre che decisamente bello e stiloso quanto basta, Jonathan Rhys Meyers è anche un attore dal talento non trascurabile, tanto da meritare per due anni consecutivi la Nomination come miglior attore di serie televisiva, “I Tudors”, agli ambiti Golden Globes. Entrambe le volte il premio finale sfuma, ma la notorietà internazionale dell'attore è in costante ascesa. Meyers lo sa bene e sentitamente ringrazia: “recitare ne 'I Tudors' ha cambiato la mia vita. Io sono cambiato, le mie idee sono cambiate. Tutto ciò che ho fatto fino ad adesso è sembrato come un apprendistato”. E chiosa, sornione, riferendosi al suo personaggio, il re uxoricida Enrico VIII: “E’ necessario mettere in atto una tattica psicologica che spinga gli altri agli angoli, è un’arte sottile che si sviluppa col tempo. Più passano gli anni, più è visibile il dissidio interiore del sovrano”.

Nel 2004, Oliver Stone lo sceglie per “Alexander”, ma il lavoro sul set non risulta dei più semplici anche a causa della dipendenza dall’alcol: "È iniziato sul set e ho continuato a bere per circa un anno, fino a quando ho capito che proprio stavo malissimo". Nel 2005 è la volta di Woody Allen che lo scrittura, a fianco della lanciatissima Scarlett Johansson, per interpretare il maestro di tennis Chris Wilton in “Match Point”, splendido noir sul caso e le sue contingenze. Del lavoro con il celebre regista statunitense, Jonathan ricorda: "Woody non è il tipo da discutere una scena per tre ore. Devi tenerti preparato a girare qualunque scena in qualsiasi momento". E aggiunge, a sorpresa: “E’ strano, ma recitare in questo film non ha comportato nessuna difficoltà. Anzi, credo sia il lavoro più semplice e rilassante a cui abbia mai preso parte”.

Dopo aver lavorato, accanto a superstar del calibro di Tom Cruise e Philip Seymour Hoffman, in “Mission: Impossibile III”, per la regia di J.J. Abrams, Jonathan ha cercato soprattutto, con vicissitudini alterne, di rimettersi in sesto. Arrestato due volte per ubriachezza molesta, ricoverato nel 2007 in una clinica per la disintossicazione dall’abuso di alcol, l’attore irlandese, grande ammiratore di Bob Marley e Johnny Depp, pare infatti risoluto a sconfiggere una volta per tutte la sua dipendenza.

A noi non resta che attenderlo in sala, il 16 aprile, con la sua ultima fatica cinematografica “From Paris With Love” (distribuito da Moviemax), action-thriller prodotto da Luc Besson, dove recita accanto a John Travolta e Kasia Smutniak. Per il celebre interprete de “La febbre del sabato sera” e “Pulp Fiction”, compagno di set, solo parole di lode: “La chimica fra due persona non è mai prevedibile a priori e fortunatamente fra noi è andato tutto alla perfezione. Abbiamo entrambi il dono della parlantina e abbiamo comunicato incessantemente per scambiarci idee. Penso sia stato quasi fisiologico”.
Per saperne di più
Il trailer di From Paris with Love
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