Festival di Roma 2013
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L'intervista: Stalingrad 3D, un kolossal in economia

Il magnate del cinema russo Alexander Rodnyansky a colloquio con Film.it

Stalingrad 3D

11.11.2013 - Autore: Marco Triolo
Appena incontriamo Alexander Rodnyansky, il produttore del kolossal russo Stalingrad 3D, la prima cosa che ci chiede è se la proiezione a cui abbiamo assistito fosse "di buona qualità". "Vedete, è di estrema importanza che questo film venga proiettato in maniera appropriata". Tanto per sottolineare l'attenzione al lato tecnologico di questa impresa titanica (per il cinema russo), costata trenta milioni di dollari, ma diretta e fotografata come un film da più di cento milioni. E con un occhio di riguardo al formato IMAX. Produttore attivo anche in America, Rodnyansky ha lavorato a Cloud Atlas, Machete Kills e il prossimo Sin City: A Dame to Kill For. Ecco la nostra chiacchierata in esclusiva a proposito dello stato del cinema russo e delle differenze dal sistema Hollywood.
 
Quanto tempo avete impiegato per realizzare Stalingrad 3D?
La produzione è durata tre anni e mezzo, senza parlare dello sviluppo dello script, ma le riprese sono state brevi. Siamo orgogliosi di dire che abbiamo girato il film in settantuno giorni. Ci sono autori che impiegano molto più tempo e soldi per girare drammi low. Questo tipo di film l'abbiamo fatto in maniera efficace, altrimenti avrebbe potuto essere estremamente costoso.
 
Avete girato in IMAX?
No, non abbiamo mai girato con la cinepresa IMAX, lo abbiamo girato in 3D per poi farlo convertire in IMAX a Los Angeles. Comunque il film è stato pensato intenzionalmente per il formato IMAX, sul set accanto al regista Fedor Bondarchuk c'erano gli stereografi, figure che aiutano a disporre i set per il 3D. Abbiamo trattato questa tecnologia come un elemento artistico, non come un trucco per sborsare soldi extra alla gente.
 
Qual è il budget di Stalingrad?
30 milioni di dollari, anche se sembra costato 120.

Rodnyansky (sinistra) con il regista Fedor Bondarchuk.
 
Un dato davvero eccezionale se pensiamo ai costi di analoghi progetti a Hollywood. Lei che conosce la Mecca del cinema, come si spiega questo divario?
I motivi sono due: da una parte in America è tutto più costoso, dall'altra abbiamo lavorato in maniera efficace tagliando i costi. A Hollywood, circa un 30% del budget se ne va per pagare i cosiddetti "studio fees", i costi delle infrastrutture degli Studios che sono molto care. Poi ci sono gli attori, che costano molto anche se amano la sceneggiatura e accettano di essere pagati meno. In Russia, è per noi possibile sfruttare il modello organizzativo e amministrativo americano [ma con spese più contenute]. In secondo luogo, il fatto che siamo riusciti a girare il film in pochissimo tempo significa che l'industria russa ha imparato molto negli ultimi dieci anni e ha ora a disposizione dei veri professionisti in grado di lavorare ad alti livelli. Dovete capire che quando l'Unione Sovietica si è sciolta, ne è morta anche l'industria cinematografica. Per quindici anni solo gli autori più importanti hanno continuato a lavorare, producendo i loro film artistici a basso costo, mentre i grandi film di massa sovietici, estremamente popolari e spesso ricchi di grandi talenti, sono spariti completamente. Abbiamo passato dieci anni a imparare, dai professionisti di Hollywood e dai nostri errori.
 
E' stato difficile trovare i soldi del budget?
E' sempre difficile. La Russia è un mercato in crescita, il quinto più grande per il cinema di Hollywood, ma allo stesso tempo ha la debolezza in comune a molti paesi europei, cioè che i film russi, anche quelli di successo, non escono dai confini. In genere, quindi, i nostri film contano solo sugli incassi dei territori che conoscono il russo, vale a dire ex repubbliche sovietiche come Ucraina e Kazakistan. Per questo produrre film ad alto budget in russo significa prendersi carico di molti rischi, e quando parli di una produzione da 30 milioni, parli di una scommessa che non sarà facile vincere. L'abbiamo intrapresa perché abbiamo una certa esperienza nel fare film, è il terzo film con Fedor e i due precedenti hanno incassato benissimo sul mercato russo. Abbiamo trovato il denaro da diverse fonti: circa il 30% viene dal fondo statale per il cinema, mentre il restante 70% viene da prestiti che dovevamo per forza recuperare, e siamo lieti di dire che ci siamo riusciti. Stalingrad 3D non è solo il più grande incasso russo di tutti i tempi, ma il terzo incasso di tutti i tempi in Russia nella classifica internazionale, dopo Avatar e Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare.

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