
Le dieci serie TV più deludenti del 2017

Inhumans
La serie dedicata alla famiglia reale della Marvel è stata universalmente indicata come la peggiore dell'anno. Transitata prima dalle sale IMAX a settembre, e poi in TV, la prima stagione da 8 episodi ha deluso talmente tanto le aspettative che persino Marvel e ABC hanno cambiato in corsa la descrizione ufficiale da "la prima stagione" a "la serie completa", sottintendendo che un rinnovo è pressoché impossibile. Va detto che la serie puzzava già dalla prima foto ufficiale (qui presente), tra costumi cheap presi da un raduno di (incapaci) cosplayer Marvel.
Ma Inhumans non è l'unica serie deludente dell'anno. Scopriamo insieme le altre...
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Gypsy
Come dice la nostra recensione, Gypsy è un thriller psicologico annacquato da sequenze interminabili, che ci mette metà della prima stagione solamente a decollare. Peccato, perché la prospettiva di una serie Netflix interpretata da Naomi Watts era davvero interessante, e lei resta la cosa migliore di un prodotto per il resto fuori fuoco.

24: Legacy
Quando non hai più a disposizione la star, che fai? Lo spin-off, ovviamente! Ma FOX ha scoperto presto che senza Kiefer Sutherland e Jack Bauer, 24 non ha senso di esistere. Nulla da dire contro Corey Hawkins, che ha pure fatto del suo meglio, ma proprio non è la stessa cosa. E infatti 24: Legacy è stata cancellata dopo la prima stagione.

Girlboss
La serie creata da Kay Cannon e ispirata alla vera storia della stilista Sophia Amoruso è stata cancellata dopo una sola stagione. Il pubblico dunque non ha risposto, e nemmeno la critica è stata lusinghiera. Peccato perché Britt Robertson ci piace, speriamo abbia altre occasioni per dimostrare di che pasta è fatta.

Disjointed
Basta il carisma di Kathy Bates per salvare un'intera serie? Evidentemente no. Chuck Lorre, creatore di The Big Bang Theory e Due uomini e mezzo, dimostra ancora una volta la tendenza a scadere nella caricatura semplicistica di un'intera categoria a scopi puramente comici. Qui non si tratta di nerd ma di consumatori di marijuana, rappresentati come "fattoni" senza cervello. La serie, distribuita da Netflix in estate, non ha appassionato certamente la critica.

Taken
Al di là della effettiva somiglianza tra Clive Standen e un giovane Liam Neeson, la serie ispirata a Taken non ha avuto molto altro da offrire, assestandosi sui terreni già battuti del procedural televisivo. Pochissime tracce dell'azione a rotta di collo che ha caratterizzato la saga cinematografica e che speravamo di ritrovare, seppur in tono minore, sul piccolo schermo. La serie è stata comunque rinnovata.

Powerless
L'idea di ambientare una sit-com da ufficio nel vasto universo DC Comics, con i dipendenti di una compagnia di assicurazioni impegnati nel trattare casi legati a individui con superpoteri, poteva essere ottima. E invece Powerless non fa per nulla ridere, e grazie a Dio se ne è accorta anche la NBC che l'ha subito cancellata. Vanessa Hudgens farà meglio a trovarsi un agente migliore.

Training Day
E' un vero peccato che Training Day abbia rappresentato il canto del cigno per un grandissimo caratterista come Bill Paxton, morto prematuramente lo scorso febbraio. Proprio mentre andava in onda una prima stagione che contava soprattutto su di lui come motivo di interesse. Per il resto, la serie ispirata all'omonimo film di Antoine Fuqua era solo una pallida scusa per l'ennesima accoppiata di sbirri incaricati di indagare sul canonico caso-della-settimana. La morte di Paxton è stata un segnale inequivocabile: CBS ha cancellato Training Day subito dopo.

Iron Fist
Tutti aspettavano al varco la quarta serie Marvel/Netflix, che avrebbe presentato l'ultimo "Defender" rimasto prima della serie crossover. Dopo Daredevil, Jessica Jones e Luke Cage, c'era la massima fiducia verso Iron Fist, che invece si è rivelato una delusione cocente, forse la peggiore dell'anno. A parte il ben poco carismatico protagonista (Finn Jones), il vero problema si è rivelato lo showrunner Scott Buck che, forse imprigionato nell'aura di "realismo" delle serie precedenti, ha trasformato una potenziale avventura piena di arti marziali, magia e soprattutto draghi, in un thriller complottista giocato prevalentemente in sale riunioni tra gente incravattata. E le poche scene d'azione erano girate talmente male da risultare una parodia degli "occidentali che giocano a fare i cinesi".

The Defenders
Davvero un annus horribilis per la marvel che non ne azzecca una (tranne The Punisher). Speravamo che The Defenders, attesa da due anni, risollevasse le sorti della saga Netflix dopo la deludente Iron Fist e invece, per quanto non sia pessima come quest'ultima, si è rivelata un pastone di cose già viste, realizzato senza entusiasmo o convinzione. Per lo meno non è durata le solite tredici puntate, ma solo otto, eppure nonostante ciò ci ha messo metà stagione solo per ingranare. Avrebbe dovuto essere l'Avengers dell'universo TV, ma se The Avengers fosse stato così, oggi non ci sarebbe un universo Marvel cinematografico.