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Logan – The Wolverine: la nostra recensione del migliore film sugli X-Men

Hugh Jackman porta a conclusione il ciclo del suo amato mutante con un epico e violentissimo western intriso di nichilismo e speranza

Hugh Jackman

02.03.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Come una furia, Logan – The Wolverine si scaglia sul suo pubblico e lo trascina in un viaggio tra il western e l'orrore più viscerale. Qualcosa che non si è mai visto prima nel filone dei supereroi cinematografici – a meno di non ricercarlo in prodotti di nicchia come Kick-Ass. Ma nel mainstream della Marvel, nemmeno Deadpool aveva osato tanto: sì, anche quello era un film di supereroi per adulti, ricco di violenza (e sesso), ma a stemperare i toni c'era una dose di grande umorismo e la volontà di non prendersi sul serio. Non che lo humour manchi del tutto in Logan: c'è, ma è più sottile e sta tutto nel rapporto padre/figlio straordinario tra Wolverine e Xavier. Ma nemmeno per un secondo Logan smette di prendersi sul serio, e per fortuna.

 
Se vogliamo, quello che James Mangold e Hugh Jackman (vero motore del progetto) sono riusciti a sintetizzare con Logan è il perfetto mix di intrattenimento da fumetto e cupezza della messa in scena e delle implicazioni – esattamente ciò che la DC con Batman v Superman non è riuscita a fare. C'è un equilibrio impalpabile, perfetto, tra quest avventurosa e nichilismo.
 
L'anno è il 2029: Logan non veste più i panni dell'eroe da molto tempo. Il mutante ora fa l'autista di limousine e accudisce il novantenne Xavier in una cittadina messicana. Il suo vecchio mentore soffre di una non precisata malattia degenerativa del cervello e, con i suoi poteri, sarebbe rischioso tenerlo all'aria aperta, così Logan lo ha confinato in una cisterna. Ma un giorno il passato bussa alla porta dei due X-Men in pensione: una ragazzina mutante, con poteri molto simili a quelli di Wolverine, deve essere trasportata attraverso mezza America in un rifugio sicuro per i suoi simili. A inseguire questa improvvisata banda di perdenti ci sono i Reavers, scagnozzi potenziati della bieca multinazionale Transigen, intenzionata a controllare la mutazione per usarla come arma.

 
Il futuro dipinto da Logan – The Wolverine non sembra tanto diverso dal nostro presente, e come nella migliore science fiction ne mette in luce gli angoli più inquietanti. Ma è anche lasciato molto alla fantasia dello spettatore, perché ciò che conta davvero è la sfida interiore del protagonista: un viaggio dell'eroe sofferto, una mutazione (passateci la battuta) allo stesso tempo classica (c'è il rifiuto della chiamata, l'accettazione riluttante della missione e infine l'apertura all'altro e al cambiamento) e rinfrescante. Finalmente un film che non solo ci mostra Wolverine come avrebbe sempre dovuto essere – con tanto di effetti gore quando il nostro fa a fette gli avversari preso dalla rabbia – ma che ne capisce alla perfezione il carattere. È tutta una grande metafora: il vero nemico di Wolverine è sempre stato Wolverine stesso e il passato è un veleno che ci uccide a poco a poco, se non sappiamo accettarlo e passare oltre. Questo si riflette nel plot del film in maniera palese ma funzionale e intelligente.
 
La prova fisica di Jackman è encomiabile: un amore per il personaggio che ha interpretato per diciassette anni e che ora porta fino a una conclusione epica e catartica. Jackman zoppica, grugnisce, il volto segnato dalle cicatrici e dalla sofferenza. Se mai Hollywood si deciderà a considerare seriamente le performance degli attori in questo tipo di film (Oscar postumo a Heath Ledger escluso), la prova di Jackman in questo film potrebbe finire tranquillamente nella cinquina dei nominati, e magari anche vincere. Se lo meriterebbe. Anche Patrick Stewart ci mette la sua classe, ma Jackman è proprio su un altro pianeta.

 
Il tutto è confezionato come il più classico western, in cui un uomo solitario e cinico si trasforma per l'occasione in eroe e salva “la vallata” dai cattivi. Non è un caso che i protagonisti vedano Il cavaliere della valle solitaria in TV e che la frase finale di quel film venga citata apertamente nel finale di questo. L'ultimissima immagine di Logan è da pelle d'oca per chiunque abbia amato la saga degli X-Men sia al cinema che su carta. Un omaggio totale, una dichiarazione d'amore alla potenza evocativa del fumetto in quanto epica moderna. Non sarà dimenticata facilmente.
 
Logan - The Wolverine è distribuito in Italia da 20th Century Fox. Qui la nostra videointervista a Patrick Stewart.