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La recensione di Insospettabili sospetti: un tris d'assi, con un piede nel caveau

Morgan Freeman, Michael Caine e Alan Arkin protagonisti di un heist movie alla Robin Hood.

03.05.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Un remake decisamente anomalo l'Insospettabili sospetti del poliedrico Zach Braff, cui possiamo senza dubbio perdonare l'orribile titolo italiano, fedele alla deprecabile usanza di puntare su assonanze forzate e richiami vari a titoli di grande successo (come visto di recente altrove). Impossibile, d'altronde, replicare il più fedele Vivere alla grande che nel 1979 tradusse l'originale Going in Style di Martin Brest. Intelligente, invece, farne una sorta di 'worst case scenario' cui ammiccare nel prendere una strada diversa.



Quella della commedia 'old school', per certo. Già tentata con poca fortuna da altri team up eccellenti (vedi Last Vegas), ma che qui trova una realizzazione equilibrata e godibile e un giusto mix tra l'heist movie e la recente tendenza a esplorare soluzioni creative alla crisi e allo strapotere - disonesto - delle banche. Protagonisti, vittime e carnefici i 'tres amigos' Morgan Freeman, Michael Caine e Alan Arkin (la cui verve cinica sorregge le maschere usuali degli altri due), pensionati barcollanti ma di carattere e principi più saldi delle proprie giunture, pronti a reinventarsi e a riscoprirsi vigorosi, dove e quando serve.



La scelta di location inusuali della Brooklyn più vera e nascosta fa da cornice a da sponda alle scene più surreali (soprattutto quelle affidate a personaggi secondari come Christopher 'Doc' Lloyd, Matt Dillon, Josh Pais, John Ortiz e Ann Margret) e tra immancabili morali, carpe diem dolciari e favolistiche sorprese finali il film ci accompagna verso il traguardo di questa commedia edulcorata, ma mai stucchevole.

Insospettabili sospetti, in sala dal 4 maggio 2017, è distribuito Warner Bros.