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Ant-Man and the Wasp, la recensione del nuovo sequel Marvel

Il secondo capitolo della saga lancia una nuova eroina che ruba la scena a tutti i personaggi in scena. Compreso l'eroe del primo film

13.08.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
Guarda l'intervista: Ecco come Paul Rudd ci aveva già conquistati prima di Ant-Man

Più spettacolare e più fracassone è la formula standard dei sequel. Ma non sempre quella giusta. Ant-Man and the Wasp presenta sequenze action decisamente superiori al film precedente: scene ideate per lasciare a bocca aperta chi sta a guardare. E lo fanno. Quello che manca invece è una storia che regga le due ore di durata. E’ così che il sequel nuovamente diretto da Peyton Reed va a collocarsi nel limbo dei secondi capitoli della Marvel, quei prodotti gonfiati a dovere che però mostrano un tallone d'Achille.



Nel caso di Iron Man 2 era la presenza di troppi personaggi e una trama iper-pasticciata, Thor 2 invece aveva un'ancora che non gli consentiva di decollare prima di un’ora, Guardiani della galassia 2 era essenzialmente un remake del primo film. E lo è anche Ant-Man and the Wasp, certamente superiore a tutti i titoli che abbiamo menzionato, sebbene non funzioni come l’Ant-Man originale. Nonostante problemi produttivi dell’ultimo minuto e uno script che non era in grado a gestire pienamente i ritmi, il primo film della saga riusciva comunque a lanciare un nuovo eroe nell’universo cinematografico Marvel e trasformarlo istantaneamente in un'icona.
 
Questo sequel lancia un’eroina che ruba la scena al personaggio interpretato da Paul Rudd. Evangeline Lilly nel ruolo di Wasp è la star del film, al punto che avrebbero dovuto intitolarlo The Wasp and Ant-Man per renderle giustizia. La scuderia di Kevin Feige fa un ottimo lavoro nel promuovere quel personaggio da “oggetto del desiderio dell’eroe” a “donna che salva l’eroe dai guai”. Se questa è la parte migliore del film, non si può dire la stessa cosa della gestione dei due supereroi in scena insieme. E’ proprio Ant-Man a farne le spese: l’eroe di Rudd si trasforma in una funzione comica che viene riciclata in gag ripetitive (il costume malfunzionante che torna di tanto in tanto e la trovata degli arresti domiciliari alla quale veniamo sottoposti almeno un paio di volte). Il protagonista avrebbe meritato più spazio e più sostanza, oppure avrebbero potuto puntare fino in fondo sullo cambio di prospettiva trasformandolo da eroe a "damigella in pericolo" salvato dalla nuova eroina. 


Guarda anche: Evangeline Lilly cambia la storia della Marvel con Ant-Man and the Wasp

La Marvel dunque fa una delle sue mosse tradizionali: punta più sul suo universo– nel tentativo di ricollegarsi al prossimo capitolo degli Avengers – che sul nuovo film in sé. Meno male che ci vengono offerti tanti minuti in scena con Michael Douglas che valgono il prezzo del biglietto. E questo nonostante al film manchi un vero cattivo in grado di lasciare il segno (al punto da rimpiangere il perfido Corey Stoll del precedente). Il primo Ant-Man era incentrato su un furto, questo sequel mette in scena una missione di salvataggio: seguiamo i buoni mentre tentano di accedere al regno quantico per salvare il personaggio di Michelle Pfeiffer, moglie e madre perduta nell’altra dimensione da più di due decenni. La messa in scena con preparazione, ostacoli ed esecuzione del colpo tira il tutto per le lunghe, aprendo falle nel sistema: si creano buchi di trama poco credibili perfino all’interno di un film Marvel.

Rimangono lo humour che seppur presente è meno brillante rispetto al film precedente e l’incredibile inseguimento finale per le strade di San Francisco con macchinine che vengono ingigantite e l’uomo formica che diventato enorme usa un camion come skateboard. La sequenza più memorabile in un sequel che meritava di meglio.  

Ant-Man and The Wasp, in uscita il 14 agosto, è distribuito da The Walt Disney Company.