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I film di Darren Aronofsky classificati dal peggiore al migliore

Esce Mother!, noi ripercorriamo la filmografia del regista per scoprire dove abbia fallito e dove invece abbia trionfato

Madre!

28.09.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Darren Aronofsky è da sempre un nome che divide. C'è chi lo ama e chi lo odia, con poche sfumature nel mezzo. Di certo non è uno che si adagia sugli allori o si chiude in uno stile prevedibile. È un regista mosso da ossessioni, uno che intende esplorare la natura umana più profonda e oscura in ogni suo lavoro. In questi giorni al cinema esce Madre!, il suo nuovo film che già ha fortemente diviso la critica ai festival di Venezia e Toronto. Un'opera ambiziosa e arrogante nel suo voler parlare dell'umanità tutta e del nostro rapporto tormentato con il pianeta che ci ospita. In occasione dell'uscita del film, rivediamo dunque la filmografia di Aronofsky classificandone i film dal peggiore al migliore...

 
 
L'affresco biblico di Noah è certamente l'opera meno personale del regista, un film da Studio che include solo in minima parte la visione unica di Aronofsky. C'è della controversia – il Dio è quello vendicativo del Vecchio Testamento, gli angeli sembrano dei Transformers ante litteram e il punto di vista è decisamente agnostico – ma alla fine Noah si risolve in un blockbuster tra lo spettacolare e il caciarone. Oltretutto molto, molto noioso. E non basta Russell Crowe a salvarlo.

 
 
Detestatissimo, L'albero della vita è un progetto, se vogliamo, totalmente opposto a Noah. Un film molto personale e sofferto, mosso da ambizione sfrenata al punto da crollare sotto il peso delle sue stesse ambizioni. Un po' come Madre. Hugh Jackman e Rachel Weisz interpretano tre coppie di personaggi in tre epoche diverse: uno scienziato e la moglie malata terminale di cancro nel presente: un conquistador e la regina di Spagna nel 16° Secolo; nella terza parte, Jackman è un viaggiatore spaziale diretto a una supernova, che vede apparirgli la compagna scomparsa. C'è tantissima carne al fuoco e non mancano momenti affascinanti, ma The Fountain soffre per la mancanza di messa a fuoco (figurativa, non letterale).

 
 
In modo simile, Madre! è in parte salvato dall'ambizione. L'ambizione di parlare dell'intera umanità e della storia dell'uomo sulla Terra. Di temi come i cambiamenti del clima, l'inquinamento, la nostra aggressività verso gli altri. Ma anche dell'ispirazione artistica come vero e proprio parto e del rapporto tra un artista e la sua creazione. Tutto questo compresso all'interno di una sorta di horror allegorico e caotico, un assalto sonoro e visivo che finisce per stancare. Ma che è innegabilmente ricco di fascino e, per quanto Aronofsky si sia lasciato andare troppo al suo ego sbagliando mira, non sarà dimenticato facilmente.

 
 
Il debutto alla regia di Aronofsky è ancora uno dei suoi film migliori. Rispetto alle opere successive è molto più diretto e semplice (racconta di un numerologo ossessionato dal Pi greco, che ritiene essere una chiave per scoprire lati nascosti della realtà), ma contiene già la ricerca ossessiva di un senso e il clima di angoscia e paranoia di molte sue opere.

 
 
Aronofsky fa De Palma, mentre Natalie Portman incarna l'ossessione e la ricerca della perfezione tecnica che il regista insegue da sempre. C'è molto più della semplice trama thriller ne Il cigno nero, e il regista tira dentro anche temi come lo sdoppiamento della personalità e la schizofrenia, in un crescendo di inquietudine che porta a un finale spettacolare. Horror e ambizioni d'autore trovano qui, a differenza di Madre!, la combinazione perfetta.

 
 
Ecco il film che dimostrò a tutti di che pasta fosse fatto Aronofsky. Impossibile dimenticare la lenta, drammatica e sconvolgente discesa negli inferi della tossicodipendenza di Jared Leto e Jennifer Connelly. Un film che combina sequenze allucinatorie e notevoli pugni nello stomaco per mostrarci come, una volta intrapresa la strada dei protagonisti, non ci sia più alcuna speranza di salvezza. Un messaggio fortissimo e senza compromessi che lascia attoniti.

 
 
Il film più intimo di Aronofsky è anche il suo migliore. Il regista si lascia alle spalle le ambizioni gigantesche per raccontare la storia di un uomo, un wrestler, che ha sacrificato tutta la sua vita per la sua disciplina. Mickey Rourke interpreta quello che probabilmente è il ruolo migliore della sua intera carriera: pompato di steroidi, gonfio e rovinato dalla chirurgia plastica, irriconoscibile rispetto all'icona sexy anni '80, Rourke è un paesaggio vivente e racconta un mondo intero con poco. Aronofsky lo segue, lo mette sempre al centro delle scene e narra una parabola atipica e ben poco consolatoria, eppure per questo molto più vera.
 
Madre! è distribuito in Italia da 20th Century Fox. Visita la nostra scheda per scoprirne la programmazione nelle sale. Leggi anche: