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Golden Globes 2014: una lunga serata, tra emozione e cliche'

Nelle oltre tre ore di kermesse, pochi i momenti davvero unici. Ma grazie a certi protagonisti, e alla soddisfazione per il nostro film candidato, varra' la pena ricordare questa edizione e alcune dediche piu' originali…

Il 2014 di Tina Fey e Amy Poehler

13.01.2014 - Autore: Mattia Pasquini
In attesa del 2 marzo, serata nella quale a Los Angeles si assegneranno i Premi Oscar 2014, quella appena trascorsa e' sicuramente stata la serata piu' importante per i protagonisti della stagione - cinematografica (e televisiva) - appena trascorsa. Abbiamo vissuto una Golden Globe Night che ha mantenuto ogni possibile promessa, anche quella di riservarci una manciata di sorprese, positive e negative, come si puo' leggere nell'elenco dei premi e dei commenti ai premiati

Per noi resteranno i Golden Globes de La grande bellezza, almeno per il momento in cui Zoe Saldana - al fianco di Orlando Bloom - legge in italiano il titolo, chiamando sul palco Sorrentino e Nicola Giuliano, il suo produttore. "Grazie - dice il nostro regista - alla Foreign Press e ai miei amici: Nicola, Umberto, Toni, Viola, Daria, Davide, Luca e grazie a mia moglie Daniela e ai miei figli Anna e Carlo. E all'Italia, paese pazzo ma meravigioso".



Ma dal lungo red carpet - vissuto delle splendide apparizioni (soprattutto femminili, va detto, ma gli abiti delle 'pretty in pink' sanno sempre riservare qualche emozione) di Sandra Bullock in rosa e nero, di Jennifer Lawrence in bianco (e con un intrigante capello corto) e di una splendida Cate Blanchett: sicuramente vincitrice ancora prima di entrare grazie a una mise Armani mozzafiato, oltre al suo innato e abituale fascino - alla conclusione della serata, con la grande festa del clan McQueen sul palco del Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills, qualche momento simpatico non e' mancato.

A partire dal discorso di apertura di Tina Fey e Amy Poehler (poi vincitrice del suo Globo) - con lazzi su Tom Hanks, McConaughey, Damon, Clooney (con le solite allusioni) e Jonah Hill - alla prevedibile carrellata di vincitori e ringraziamenti, spesso intercambiabili. Come quelli della Lawrence, bellissima e bravissima, ma meno originale della successiva Jacqueline Bisset (miglior attrice non protagonista in una serie TV) che invita la platea a "perdonare tutti, compresi voi stessi" per restare giovani

Dalla Bullock e Tom Hanks a Channing Tatum e Mila Kunis, da Mark Ruffalo e Naomi Watts a Matt Demon, Downey Jr., Laura Dern, Orlando Bloom, Diane Keaton, Emma Thompson, Christoph Waltz, sono quasi piu' interessanti i presentatori chiamati ad annunciare candidature e premi che certi vincitori. Certo non si parla di Bryan Cranston e del cast di Breaking Bad, chiamati in rapida sequenza per un doppio premio che sancisce il primato di una serie della quale molti sentiranno la mancanza, in primis i fan ampiamente ringraziati dal palco. "Uno splendido modo di dire addio allo show" lo definisce il protagonista, che aggiunge: "sono qui perche' Vince Gilligan e' un genio e il cast con cui ho lavorato e' fantastico (come ci aveva gia' ricordato Sir Anthony Hopkins ndr)".



Ma il momento che restera' davvero indimenticabile e' vedere sul palco la vera Philomena Lee al fianco di Steve Cogan a presentare il 'suo' film; molto piu' delle guasconate di Alex Ebert, compositore delle musiche di All is Lost (protagoniste dello splendido film di Chander insieme al mare e Redford) che sembra sinceramente emozionato e incredulo con il suo "it's crazy" sotto gli occhi di Bono, spesso inquadrato. E subito dopo chiamato sul palco, premiato insieme ai suoi compagni U2 per la canzone scritta per Mandela, "Ordinary Love", anche se nell'accoglierli i presentatori fingono di confondersi cantando "Let it Go". Edge parla di Mandela e del loro primo concerto contro l'aphartaid e Bono sottolinea quanto questo soggetto sia stato "molto personale per tutti loro" mentre, in platea, Streep e Roberts sorridono commosse.

Si susseguono un Jon Voight, emozionato e classy, una splendida Olivia Wilde (futura mamma) e a un ammiccante Downey Jr. che scherza sull'affermazione dell'integrita artistica dei sequel di Julie Delpy e sul conteiner necessario a contenere i 2000 premi ricevuti dalla Streep prima di proclamare vincitrice una scollatissima, come spesso di recente, Amy Adams che ringrazia tra gli altri la sua manager, sempre la stessa da 15 anni, ricordando come l'avesse incontrata per il suo primo provino. Kevin Bacon e signora si prestano a un siparietto delle presentatrici prima di premiare Robin Wright, che  dicendole che avrebbe potuto creare il suo personaggio. Jared Leto scherza sulla sua depilazione totale con la cera (che deve esser valsa la pena visto che il suo travestito di Dallas Buyers Club ha vinto il premio) e un signorile Spike Jonze ringrazia il collega e rivale David O. Russell per i consigli e l'aiuto di sempre.

Tra i successivi, il tasso di carisma si rialza con Michael Douglas, premiato per Dietro i candelabri, sul palco con un inusuale pizzetto argentato a ringraziare Steven Soderbergh per questo "incredibile dono"… anche se nel 1999, mentre lavoravano a Traffic, aveva scatenato la sua paranoia approcciandolo con un ambiguo "pensi mai a LIberace'? E con la splendida Diane Keaton, a tenere magicamente il palco per l'Omaggio a Woody Allen, premiato alla carriera, e a ringraziarlo per "quattro decadi di indimenticabili personaggi femminili". "Mi spezza il cuore pensare che conosco Woody da cosi tanto tempo, 45 anni, ma questo mi riempie anche di orgoglio…", conclude.

Poi e' il momento di Cuaron, che scherza sul suo accento, di Leonardo DiCaprio, che ringrazia tutti e un misterioso "beloved friend", di Chris Hemsworth, al fianco del vero Niki Lauda per presentare Rush, di Cate Blanchett (alla terza vittoria su otto candidature), che ci regala ancora una visione del suo splendido abito e dichiara quello passato "un anno straordinario, per il cinema ma soprattutto per le donne", il texano McConaughey, che ci tiene a sottolineare come il suo Dallas Buyers Club sia "un film mai sulla morte, ma sulla vita, in modo che: continuate a vivere!". Ma ci sono anche i gruppi al completo di American Hustle e di 12 anni schiavo, con Steve McQueen abbracciato da Chiwetel che va sul palco con tutto il cast per un lungo elenco di ringraziamenti che si conclude con "un ultimo per Brad Pitt: senza di te questo film non sarebbe stato realizzato".