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The Walking Dead, la nostra intervista a Christian “Rosita” Serratos sul futuro della serie (SPOILER)

L'ottava stagione di The Walking Dead ripartirà il 26 febbraio su Fox. Ne abbiamo parlato con l'interprete di Rosita

Christian Serratos

23.02.2018 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
The Walking Dead sta per tornare. La seconda parte dell'ottava stagione partirà il 26 febbraio su Fox, canale 112 di Sky, con una puntata speciale di 82 minuti. Una durata praticamente doppia rispetto al solito, ma indispensabile per affrontare le conseguenze del devastante colpo di scena che ha chiuso il finale di metà stagione: Carl Grimes (Chandler Riggs) è stato morso da uno zombie e molto probabilmente gli diremo addio nella nuova puntata. 
 
Di questo sconvolgimento e di ciò che ci attende nella seconda parte della stagione abbiamo parlato con Christian Serratos, l'attrice che interpreta Rosita Espinosa nella serie. “Carl è molto amato – ci ha detto durante la nostra conversazione telefonica – Fa parte della famiglia. È stata una scena difficile, perché in ballo c'era anche la potenziale perdita di un collega e l'idea che non lo avremmo più rivisto. È traumatico, una vera sfida per un attore”.

 
È sempre difficile dire addio a un collega o ti stai abituando?
Ci si abitua, ma non perché cominci a diventare insensibile. Piuttosto perché cominci a capire che non perderai il contatto con quella persona. Quando dici addio a qualcuno sul set può essere traumatico, perché sei ancora sotto l'influenza dei sentimenti provati durante le riprese, ma una volta che questi passano capisci che quella persona è ancora viva e sta bene.
 
Ormai abbiamo capito che in The Walking Dead tutti sono sacrificabili. Tu hai paura della morte del tuo personaggio e di ricevere la fantomatica “chiamata”?
No, perché ero un'attrice prima e lo sarò anche dopo. Questo è solo un lavoro, anche se è stato uno dei miei preferiti. È qualcosa che so che succederà, sarà certamente triste e un grande cambiamento per me. Vivo dove giriamo, quindi non vivrò negli stessi posti in cui ho vissuto negli ultimi cinque anni, non vedrò più le stesse persone tutti i giorni. Ma le chiamerò e ci vedremo in altre occasioni, andremo a pranzo invece che lavorare sul set insieme. Dunque no, non è qualcosa che temo.

 
Che cosa possiamo aspettarci da Rosita nelle prossime puntate?
Rosita è rimasta molto traumatizzata dalla perdita di persone a lei care e ha reagito perdendo un po' la testa e agendo istintivamente. Ora resta da capire se riuscirà ad abbassare la guardia e tornare a controllare le proprie emozioni, anziché farsi controllare da loro. Credo che vedremo questo.
 
Hai mai letto il fumetto originale per capire meglio la personalità di Rosita?
Sì, prima di iniziare le riprese volevo farmi un'idea di chi fosse Rosita, di chi i fan pensavano che fosse e di chi io volevo che fosse. Ma ovviamente ognuno la percepisce in maniera diversa e io non volevo seguire del tutto il fumetto, volevo portare qualcosa di mio al personaggio.
 
The Walking Dead è per metà una serie d'azione e per metà una serie psicologica. Quale parte preferisci e quale è la più difficile da affrontare?
Dipende dal mio umore. A volte mi va di correre per la strada, saltare sui muri e sparare. A volte preferisco la terapia, le scene emotive. Dipende dalla giornata, e se non sei dell'umore di fare quello che devi fare quel giorno, quella è la sfida!

 
Puoi dirci qual è stato il tuo momento preferito nella serie finora?
L'episodio 7x01, quello della morte di Glenn e Abraham. È stato il più duro, ci ha spinto oltre il limite, me compresa. Sono rimasta intrappolata in quelle emozioni per un po'. Credo sia il mio preferito perché è stato il più difficile da girare, e la sensazione di essere riuscita a superare una tale prova è stata davvero bella. Ero fiera di me stessa e dei miei colleghi, lo avevamo fatto tutti insieme.
 
Quale pensi sia la ragione del successo della serie? Pensi che la gente ami la sua natura ottimista o più l'azione e gli zombie?
Credo dipenda dalle persone. Penso che la serie sia soprattutto onesta. Magari non sarà tanto “realistica” in quanto parla di zombie, ma tutto il resto è molto umano, vero, parla di emozioni che proviamo ogni giorno. Penso sia per questo che la gente la ama. Ovviamente ci sarà chi preferisce gli elementi fantascientifici, ma penso che conti soprattutto il fatto che cerchiamo di essere più onesti e veri possibile.
 
Cosa ti ha attratto al personaggio di Rosita inizialmente?
Amo molte cose di lei. È coraggiosa, onesta, non molla facilmente. È misteriosa, vulnerabile ed è ispanica, cosa che adoro. Ho imparato molto da lei e amo interpretarla. È un tipo di personaggio che ho sempre voluto interpretare e quindi avrà un posto speciale nel mio cuore per un bel po'.