
Dieci grandi registi e i loro film più deludenti

Da Ladykillers a This Must be the Place, ecco i film meno amati dei grandi registi (2004)
Tom Hanks raccoglie l'eredità di Alec Guinness nel remake de La signora omicidi. Doveva essere un grande appuntamento cinematografico questo Ladykillers, storica collaborazione tra l'attore più amato in circolazione e due tra i registi più geniali del cinema contemporaneo.
Ma il film è uno dei lavori minori dei Fratelli Coen, una barzelletta che hanno girato per divertirsi e che non ha lasciato il segno come tutti gli altri titoli della loro filmografia. Perfino Hanks, qui nei panni di un "genio del male", non convince in toto come protagonista di questa storia stanca e prevedibile.
Ladykillers è il primo titolo della lista che vi presentiamo oggi, quella composta da film che sono i passi falsi dei grandi registi. Titoli che, sebbene in alcuni casi abbiano fatto ottimi numeri al botteghino o anche incetta di nomination agli Oscar, rappresentano un appuntamento cinematografico deludente, un qualcosa su cui contavamo tanto ma che ci ha lasciati dubbiosi nel momento in cui siamo usciti dalla sala.
Ve ne presentiamo dieci.
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Brian De Palma - Il falò delle vanità (1990)
Un disastro. Doveva essere una macchina fabbrica-soldi l'adattamento de Il falò delle vanità, il best-seller di Tom Wolfe. Alla fine però è precipitato al botteghino, salutato come uno dei peggiori film di Brian De Palma.
E' stato lo stesso regista a puntare il dito contro il film, criticando la scelta di Tom Hanks come protagonista, un attore dal volto "troppo gentile per interpretare un personaggio arrogante e poco piacevole".
Francis Ford Coppola - Jack (1996)
Il Robin Williams Show vale sempre il prezzo del biglietto. Ma Jack di Francis Ford Coppola parte da una premessa interessante - un ragazzino che invecchia velocemente - sviluppata quasi come un film per la TV. Rimangono l'immenso lavoro del protagonista e un paio di scene toccanti in uno dei film più criticati tra quelli diretti dal regista de Il padrino.

Tim Burton - Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie (2001)
Il remake de Il pianeta delle scimmie è stato il primo passo falso della carriera di Tim Burton. Lo ricordiamo per lo straordinario make-up e per l'ottimo lavoro di Tim Roth nei panni del cattivo.
Ma anche per un cast di umani spaesati, con Mark Wahlberg protagonista sperduto dentro e fuori dal set, affiancato dalla meteora Estella Warren. Un rifacimento finito direttamente nel dimenticatoio.
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Martin Scorsese - Gangs of New York (2002)
Doveva essere l'ennesimo capolavoro di Martin Scorsese ma alla fine a Gangs of New York manca qualcosa. Di sicuro ci offre momenti di grande cinema - inizio e fine con le battaglie per le strade della New York del diciannovesimo secolo - e soprattutto lo ricordiamo per la performance straordinaria di Daniel Day-Lewis nei panni del macellaio e per essere il film che inaugura la collaborazione artistica tra Scorsese e Leonardo DiCaprio.
La storia però si incaglia in un terzo atto con forti problemi di ritmo. Lo abbiamo inserito in questa lista perché si tratta del progetto che Scorsese sognava di girare da tutta la vita, una vera ossessione artistica. Di certo è un grande film che ricordiamo per un enorme sforzo produttivo. Ma non è un capolavoro.
I problemi sarebbero nati a causa di discussioni tra il regista e il produttore Harvey Weinstein durante la post-produzione. Secondo i rumour si tratterebbe di divergenze creative tra i due con Weinstein che avrebbe costretto Scorsese a sforbiciare il film in fase di montaggio. Il regista però ha sempre smentito queste voci.
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Quentin Tarantino - A prova di morte (2007)
Kurt Russell nei panni del serial killer Stuntman Mike in Grindhouse - A prova di morte, quello che lo stesso Quentin Tarantino definisce: "Il mio peggior film".
Colpa anche del produttore Harvey Weinstein che ha imposto all'ultimo minuto la separazione dei due film Grindhouse - l'altro è Planet Terror di Robert Rodriguez - inizialmente pensati per essere proittati uno dopo l'alto ma alla fine arrivati in sala separati e con una una ventina di minuti in più.
"A prova di morte deve essere il film peggiore che abbia mai fatto - ha affermato Tarantino - E per essere un film che ho diretto con la mano sinistra non è poi così male, no? Quindi se questo è il peggio che posso fare allora la verità è che sono ancora bravo".
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Steven Spielberg - Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008)
Abbiamo provato a uscire dal cinema contenti per aver ritrovato il nostro Indy sul grande schermo, diciannove anni dopo L'ultima crociata, al punto da ingannarci. Perché sapevamo che c'era qualcosa che non andava con Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo.
Ci abbiamo messo un po' ad ammettere i difetti di quel film, affogato nei brutti effetti speciali digitali (la sequenza delle scimmie e quella delle formiche rosse rasentano il trash, quella del frigo "nuclearizzato" è entrata nella storia dello "scult") e in una trama che sin dal primo atto gira a vuoto a caccia degli alieni. Di quel film ricordiamo soltanto l'ottimo inizio e il sorriso che ci strappa nell'inquadratura finale.
Riuscirà Steven Spielberg a farsi perdonare con il quinto capitolo della saga appena annunciato?

Woody Allen - To Rome With Love (2008)
To Rome With Love è uno dei punti più bassi della carriera di Woody Allen. Poche idee in una trama scritta su un fazzoletto.
Due delle tre storie raccontate esauriscono la benzina creativa quasi immediatamente, rimane l'episodio con Jesse Eisenberg, Alec Baldwin ed Ellen Page, che presenta tracce e cattiveria del Woody Allen più interessante. Tutto però rimane in superficie.

Spike Lee - Miracolo a Sant'Anna (2008)
Spike Lee ha girato Miracolo a Sant'Anna per rendere giustizia ai soldati afro-americani costantemente ignorati nei grandi film di guerra.
Un'operazione sulla carta interessante ma che non presenta i momenti di grande cinema a cui Lee ci ha abituati con i suoi film precedenti.
Ritmo, tono e sceneggiatura precipitano uno dopo l'altro in un film pasticciato, fortemente criticato negli USA (dove hanno scritto che lo stesso regista non crede nella storia che racconta) e in Italia, attaccato a causa degli elementi di fiction inseriti per raccontare la strage di Sant'Anna di Stazzema.

Paolo Sorrentino - This Must be the Place (2011)
La prima avventura americana di Paolo Sorrentino ci offre un protagonista iconico e una prima parte così folle da essere irresistibile.
Una volta che il suo protagonista arriva negli USA, This Must be the Place si avvicina pericolosamente al pasticcio, con uno Sean Penn che risulta troppo sopra le righe nei panni della rockstar a caccia del nazista che gli ha torturato il padre.
Non mancano immagini potenti e bellissime sequenze come quella del concerto di David Byrne.