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Da Jena Plissken a cowboy per Tarantino: 20 cose che non sapevi su Kurt Russell

Da teenager era già una star, ha giocato baseball da professionista e lavorato con Elvis Presley. Ecco i segreti della vita e della carriera di una delle icone del cinema americano

The Hateful Eight

02.02.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
È stato Jena Plissken, Jack Burton, Wyatt Earp ed Elvis Presley. È uno dei pochi attori teenager ad aver superato quella fase ed essere diventato a tutti gli effetti una star del cinema. Ora Kurt Russell si prepara ad apparire per la seconda volta in un film di Tarantino: dopo aver interpretato il serial killer Stuntman Mike in Grindhouse – A prova di morte sarà il cacciatore di taglie John Ruth nell'attesissimo The Hateful Eight. Si tratta del coronamento di una carriera costellata di ruoli da duro e cinico anti-eroe, in bilico tra giustizia e tornaconto personale. Celebriamo una delle più grandi star del cinema popolare del 20° secolo scoprendo venti dettagli sulla sua vita professionale e privata che, forse, non sapevate.

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Ha iniziato a recitare a undici anni. Il suo primo ruolo fu nella serie Dennis the Menace, nel 1962. Walt Disney in persona lo mise sotto contratto per dieci anni e lo trasformò in una star del cinema per ragazzi. Russell interpretò ruoli in Il cavallo in doppio petto, Una pazza banda di famiglia e Il computer con le scarpe da tennis.
 
È stato un giocatore di baseball professionista. Giocò come seconda base dei California Angels nei primi anni '70, dopo aver abbandonato la carriera d'attore. Ma nel 1973 ebbe un incidente in cui si ruppe la cuffia dei rotatori della spalla, e fu costretto a tornare alla recitazione.
 
Suo padre era Bing Russell, attore e, come il figlio, ex giocatore di baseball. Recitarono insieme in Elvis – Il re del rock di John Carpenter. Bing faceva Vernon, il padre di Elvis.

Nel ruolo del Re in Elvis di John Carpenter
 
Una vita all'insegna di Elvis. E a proposito di Elvis Presley... La vita di Russell sembra legata a doppio filo con quella del Re. Oltre a esserne un grande fan, recitò accanto a lui nel film Bionde rosse brune..., uno dei suoi primi ruoli, e interpretò poi lo stesso Presley in Elvis – Il re del rock, sua prima collaborazione con l'amico John Carpenter. Lo interpretò poi altre due volte: in Forrest Gump, dove diede la voce al giovane Elvis, e nel film La rapina, in cui lui e Kevin Costner vestono i panni di due imitatori del cantante.
 
Dal 1983 è partner di Goldie Hawn. I due non si sono mai sposati (“Se non è rotto, non lo riparare”, ha detto in proposito), ma il loro rapporto è talmente solido che i due figli dell'attrice, Kate Hudson e suo fratello Oliver, lo vedono come il loro vero padre.
 
È un libertario. Russell ha una fede politica molto particolare. Non è né repubblicano né democratico, ma segue la filosofia del libertarismo, al cui centro c'è l'assoluta libertà personale contrapposta alle leggi invasive dello stato. Il movimento è favorevole alla libera diffusione delle armi (e infatti Russell è membro della National Rifle Association), ma anche alla liberalizzazione delle droghe e ai matrimoni gay.
 
È il vero regista di Tombstone. Nel 2006, l'attore ha rivelato di aver diretto Tombstone al posto di George Pan Cosmatos, regista accreditato. Russell disse che Cosmatos gli era stato consigliato da Stallone dopo che aveva svolto lo stesso lavoro, quello del “ghost director”, sul set di Rambo II. L'attore aveva promesso di tenere segreta la cosa fino alla morte di Cosmatos, avvenuta nel 2005.

Sul set di Grosso guaio a Chinatown con l'amico John Carpenter
 
Per lui, recitare non è un'arte. “Dire che recitare è un'arte è ridicolo – ha dichiarato in passato – Se è arte, allora ne è una forma molto bassa. Non devi avere doti particolari per metterti in posizione e pronunciare una battuta. E, per quanto mi riguarda, mettersi in posizione e pronunciare una battuta è il 90% del lavoro. […] Chiunque trovi difficile recitare, non dovrebbe farlo”.
 
La voce di Jena Plissken gli fu ispirata da Clint Eastwood e Lee Van Cleef. La presenza di Lee Van Cleef, star de Il buono, il brutto, il cattivo, sul set di 1997: Fuga da New York, lo ispirò a imitare la voce roca del pistolero senza nome interpretato da Clint Eastwood nei film di Sergio Leone.
 
Stallone gli offrì il ruolo di Church ne I mercenari. Prima di Bruce Willis, c'era Kurt Russell: a lui, infatti, Sylvester Stallone offrì in origine il ruolo di Mr. Church, ma l'attore lo rifiutò. “Sono contento che Sly abbia avuto successo con quel film – ha dichiarato tempo dopo – Lui è una persona fantastica e tutti sembrano essersi divertiti. Ma per me sarebbe stato come tornare indietro”.
 
Ha fatto un provino per il ruolo di Han Solo in Guerre stellari. Inoltre, era stato considerato per quello di Travis Bickle in Taxi Driver.
 
Tra i ruoli che ha mancato per poco, c'è anche quello di Navarre, l'eroico cavaliere interpretato da Rutger Hauer in Ladyhawke. Russell aveva già firmato il contratto, quando fu costretto a lasciare il progetto. Hauer, che nel frattempo aveva firmato per interpretare il capitano della guardia Marquet ma in realtà avrebbe preferito Navarre, lo sostituì immediatamente.

Con Lee Van Cleef in 1997: Fuga da New York
 
Bull Durham fu scritto per lui. Ron Shelton, sceneggiatore e regista del film, era infatti suo amico e aveva incorporato nello script diversi riferimenti alla carriera sportiva di Russell. L'attore fu contrariato quando Shelton accettò di affidare il ruolo a Kevin Costner per una maggiore somma di denaro. Così, per vendicarsi, fece uno scherzo telefonico a Shelton durante le riprese, spacciandosi per un produttore e ordinandogli di sostituire Costner con Kurt Russell perché “i giornalieri facevano schifo e Costner non funzionava”. Per poco Shelton non ci cascò.
 
Fu “le ultime parole” di Walt Disney. Nel 1966, sul suo letto di morte, Disney scrisse il suo nome su un pezzo di carta. Morì poco dopo.
 
È nemico giurato del politicamente corretto. “Perché esiste il politicamente corretto? Perché certa gente ha paura di dire quello che pensa onestamente. Un vero peccato, perché una volta l'America rappresentava proprio la libertà di parola”. “Quando uscì Fuga da New York, la gente non lo capì e si chiese se fosse una metafora, se stessimo dicendo che New York era una prigione – ha dichiarato – Oggi sempre più gente dice che New York sembra quella del film. Fuga da Los Angeles è la storia di uno che cerca una sigaretta. Un sacco di gente rise di questo. Beh, guardatevi attorno! Sta succedendo davvero! Si può a malapena fumare una sigaretta e, per quanto io abbia smesso di fumare sei mesi fa, le leggi anti-fumo mi fanno venire voglia di fumare”.
 
Ha una licenza privata per pilotare aerei, come diversi colleghi di Hollywood (ad esempio Harrison Ford e John Travolta).
 
Spesso non fa uso della controfigura nelle scene d'azione. Nel commento al DVD de La cosa, ha raccontato di come avesse rischiato di restare gravemente ferito sul set, lanciando un candelotto di dinamite. L'esplosione, molto più forte del previsto, lo aveva sfiorato per un pelo.

Con Tim Roth e Jennifer Jason Leigh sul set di The Hateful Eight
 
Molti dei film realizzati con John Carpenter, nonostante lo abbiamo reso una star, non hanno avuto successo al botteghino. “Sembra che io abbia il dono di scegliere film che diventano cult”, ha detto. “Se non fosse stato per le videocassette, forse non avrei avuto una carriera”.
 
Per lui, Jena Plissken non può che essere interpretato da un americano. Da anni, Hollywood sta tentando di realizzare un remake di Fuga da New York. Anni fa, fu annunciato lo scozzese Gerard Butler nel ruolo. Russell ne fu contrariato, perché ritiene che Jena Plissken sia la quintessenza dell'americano.
 
La cosa più difficile della sua carriera. “L'unica volta in cui, da attore, ho pensato di non sapere cosa stessi facendo fu quando mi dovetti vestire da donna sul set di Tango & Cash. Non è un compito che gradirei dover rifare, sembravo una versione brutta di mia madre, che è una bellissima donna. Non capisco il travestitismo”.