
Dieci grandi film che in origine avevano un finale più amaro

Interstellar (2014)
ATTENZIONE: SPOILER SUI FINALI DI TUTTI I FILM IN QUESTIONE. SIETE AVVERTITI!
Ci pensate a come saremmo usciti abbattuti dal cinema se Coop (Matthew McConaughey) fosse morto schiacciato dallo spaziotempo mentre si trovava nel buco nero, nel tentativo di mandare alla figlia Murph (Jessica Chastain) le istruzioni per salvare l'umanità? Questo era il finale pensato da Jonathan Nolan per Interstellar... e per fortuna che suo fratello Christopher ha avuto la meglio!
Ma Interstellar non è l'unico film con un finale molto più cupo in sceneggiatura, alleggerito per non rovinare la festa agli spettatori. Ecco i casi più famosi.
GUARDATE ANCHE:
Dieci sequel che non sapevi stessero arrivando
Prima di Life: dieci film ambientati nello spazio da rivedere assolutamente
I set più maledetti della storia del cinema

Il pistolero (1976)
Nel canto del cigno di John Wayne, Il pistolero di Don Siegel, il protagonista J.B. Books è un vecchio cowboy che sta morendo di cancro e affronta un'ultima sfida. Si tratta di uno dei rari casi in cui Wayne muore sullo schermo, ma il finale scritto nero su bianco in sceneggiatura era ancora più amaro di quello visto poi al cinema: la spalla di Books, Gillom Rogers (Ron Howard) avrebbe dovuto sparargli su richiesta di Books stesso. Ma Wayne impose il finale attuale, in cui Books muore dopo che il barista di un saloon, dove ha appena giustiziato i suoi aggressori, gli spara nella schiena. Gillom afferra la pistola di Books e fredda il barista, per poi rinunciare per sempre a una vita di violenza. Books gli lancia uno sguardo di approvazione prima di spirare.

Rocky (1976) e Rocky V (1990)
Il finale di Rocky è probabilmente uno dei più esaltanti della storia del cinema: il pugile interpretato da Sylvester Stallone perde lo scontro con Apollo Creed ai punti, ma vince il rispetto di se stesso e del mondo intero. Eppure, nell'idea originale di Stallone, avrebbe dovuto essere ben più amaro: Rocky avrebbe dovuto gettare la spugna e usare i soldi dell'ingaggio per aprire un negozio di animali. In Rocky V, poi, il pugile sarebbe dovuto morire tra le braccia di Adriana, per via delle lesioni riportate nello scontro con il suo ex allievo Tommy Gunn. In questo caso fu la United Artists a rifiutare il finale: gente come Rocky, o Batman, Superman e James Bond, non può mai morire al cinema.

Il ritorno dello Jedi (1983)
Tutti felici e contenti a festeggiare la vittoria ballando e ridendo in compagnia degli Ewoks? Non così in fretta, cari i miei ribelli. Il finale de Il ritorno dello Jedi, terzo capitolo della trilogia originale di Star Wars, avrebbe dovuto essere molto più agrodolce: Han Solo avrebbe dovuto morire, sacrificandosi per la causa, mentre Luke avrebbe dovuto lasciare la sorella Leila e partire verso la sua nuova vita da Jedi. E gli Ewoks? George Lucas li inserì solo per vendere action figures: nel progetto originale, il finale si sarebbe dovuto svolgere sul pianeta natale di Chewbacca.

Il silenzio degli innocenti (1991)
Nel finale de Il silenzio degli innocenti, Hannibal Lecter (Anthony Hopkins) telefona a Clarice Starling (Jodie Foster) da un'isola tropicale, e la informa di preparasi a uccidere e cucinare per cena il dottor Chilton. Nella sceneggiatura di Ted Tally, le cose andavano in maniera un po' diversa: Lecter telefonava a Clarice da dentro una stanza. Lo vedevamo tagliare delle arance. Finita la chiamata, si avvicinava a Chilton, legato a una sedia, dicendo: "Vogliamo cominciare?". Jonathan Demme preferì modificare il finale per renderlo meno claustrofobico e mostrare Lecter "all'aria aperta", e così nacque una scena da antologia.

Una vita al massimo (1993)
Una vita al massimo di Tony Scott fu una delle prime sceneggiature del giovane Quentin Tarantino. Nella sua versione, il finale della storia d'amore tra Clarence (Christian Slater) e Alabama (Patricia Arquette) era ben più amaro. Lui sarebbe morto nella sparatoria, lei se ne sarebbe andata col malloppo ma senza l'amato. Ma Scott era talmente innamorato dei personaggi che chiese a Tarantino di modificare il finale, e per convincerlo gli promise che avrebbe girato entrambe le versioni. Ma alla fine, si sa, il regista ha sempre la meglio.

Training Day (2001)
Alonzo Harris, il detective corrotto interpretato da Denzel Washington (vincitore dell'Oscar) in Training Day di Antoine Fuqua, avrebbe dovuto sopravvivere al termine del film. Ma lo stesso Washington chiese che Alonzo raccogliesse quello che aveva seminato, finendo crivellato di colpi dai mafiosi russi. E quando Denzel ti chiede una cosa, è meglio dargli retta.

Guardiani della Galassia (2014)
La Marvel non è esattamente nota per i finali deprimenti. Persino quello, inevitabile, del primo Captain America fu integrato per non lasciare gli spettatori con l'amaro in bocca. James Gunn avrebbe voluto inserire, al termine di Guardiani della Galassia, un dettaglio che avrebbe fatto estrarre più di un fazzoletto al pubblico. Nella sceneggiatura, il finale con la canzone "Ain't No Mountain High Enough" avrebbe dovuto mostrare il nonno di Peter Quill, sopravvissuto alla morte della figlia e alla scomparsa del nipote, da solo sulla Terra. L'uomo avrebbe guardato una foto dei due scomparsi e poi rivolto lo sguardo verso le stelle, come a indicare che avesse visto, in realtà, Peter venire rapito dall'astronave. Chissà se questa idea verrà riutilizzata in Avengers: Infinity War, quando Peter tornerà finalmente sulla Terra.

American Sniper (2014)
Vi siete mai chiesti per quale motivo Clint Eastwood abbia deciso di non mostrare la morte di Chris Kyle (Bradley Cooper) al termine di American Sniper? Pare sia stata la moglie di Kyle a chiedergli il favore di trattare con dignità la figura del marito, perché il film sarebbe stato il mezzo con cui i suoi figli avrebbero ricordato il padre. Così, Eastwood e lo sceneggiatore Jason Hall scelsero di tagliare la scena finale presente in sceneggiatura.

10 Cloverfield Lane (2016)
Il finale di 10 Cloverfield Lane non può certo essere definito "lieto", ma almeno lascia lo spettatore in uno stato di esaltazione: dopo aver affrontato uno psicopatico e alcuni alieni mostruosi, la protagonista Michelle (Mary Elizabeth Winstead) ha finalmente sconfitto i suoi demoni e parte in auto per entrare nella resistenza contro gli invasori. Ma nella versione originale della sceneggiatura, Michelle doveva semplicemente fuggire da Howard (John Goodman) e raggiungere Chicago e trovarla rasa al suolo completamente. Bomba atomica? Attacco alieno? Non si sarebbe mai saputo.