
Da Robert Downey Jr. a John Travolta: 10 resurrezioni delle star di Hollywood

Robert Downey Jr. e i più grandi risorti di Hollywood
Conosciamo tutti la storia di Robert Downey Jr.: attore prodigioso, grande promessa di Hollywood, Downey ha visto la sua carriera affogare a fine anni '90 per colpa della sua condotta e dei suoi abusi di sostanze stupefacenti. Dopo essere passato dal rehab, Downey è letteralmente risorto con ruoli in Kiss Kiss Bang Bang e Zodiac, diventando poi la più grande star del pianeta grazie al ruolo di Iron Man nei film Marvel.
Ma Downey Jr. non è il solo attore di Hollywood a essere risorto alla fama dopo un periodo oscuro. Vediamo gli altri nove casi più eclatanti...
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Drew Barrymore
Dopo aver incantato tutti in E.T. di Steven Spielberg, Drew Barrymore passò un periodaccio a causa della sua vita sregolata, finendo in rehab a soli 14 anni. Nel 1996 tornò in forze, grazie a un breve ma iconico cameo all'inizio di Scream, e da allora ha interpretato film d'azione (i due Charlie's Angels), commedie romantiche (50 volte il primo bacio) e ha anche diretto un film, Whip It.

Burt Reynolds
La star anni '70 per antonomasia, Burt Reynolds interpretò cult come Un tranquillo weekend di paura e Il bandito e la madama, prima di scivolare lentamente nell'oblio. Fu Paul Thomas Anderson a riportarlo in auge, e a fargli guadagnare la sua prima e unica nomination all'Oscar, nel ruolo del regista porno Jack Horner in Boogie Nights.

Diane Lane
Diane Lane iniziò la sua carriera da teenager e per diverso tempo faticò a uscire da quella fase per entrare nell'età adulta. Il maleficio si spezzò con la sua candidatura all'Oscar grazie ad Unfaithful - L'amore infedele. Da allora, l'attrice ha lavorato regolarmente ed è anche riuscita a fare quello che a molte sue college, tristemente e non certo per colpa loro, non riesce: passare con grazia a ruoli di donna matura (come in L'Uomo d'Acciaio e Batman v Superman, dove interpreta la mamma di Clark Kent).

Liam Neeson
Liam Neeson si è letteralmente reinventato come eroe action a 56 anni, grazie al ruolo in Taken - Io vi troverò. Non che avesse bisogno di una resurrezione, ma scommettiamo che l'infinità di ruoli da saggio mentore nati sulla scia di Star Wars - Episodio I non lo divertivano come lo diverte ora saltare sui tetti e sparare a destra e a manca sbraitando minacce al cellulare.

Ben Affleck
Nei primi anni Duemila, la carriera di Ben Affleck sembrava bella che finita, grazie soprattutto a scelte lavorative opinabili come Daredevil e Amore estremo, tra i film più vituperati di sempre. Poi è arrivata la sua riscossa come regista di opere di grande valore come Gone Baby Gone, The Town e Argo, che lo hanno rimesso sulla mappa in una rinnovata veste di autore stimato, produttore potente e interprete credibile. Oggi, dopo Gone Girl, è addirittura diventato il nuovo Batman, con un potere contrattuale che gli ha permesso di far riscrivere la sceneggiatura e lo porterà addirittura a dirigere il prossimo film solista del Cavaliere Oscuro. Alla faccia della resurrezione!

Matthew McConaughey
Dopo una lunga serie di commedie romantiche in cui ha sprecato un talento che, nei primi anni Novanta, lo stava portando alla vetta di Hollywood, Matthew McConaughey ha deciso di cambiare strada, imbarcandosi in una serie di ruoli di prestigio nei film Killer Joe, Mud, Magic Mike, un cameo in The Wolf of Wall Street e la serie TV True Detective. Nel 2014 vince l'Oscar grazie a Dallas Buyers Club e la resurrezione è compiuta. In seguito arrivano Interstellar, La foresta dei sogni e il prossimo Free State of Jones. Ora McConaughey ha fatto il giro completo: dal cinema commerciale al cinema d'autore fino a tornare all'intrattenimento con l'atteso La Torre Nera.

Sylvester Stallone
Sylvester Stallone, a un certo punto della sua carriera, confessò che il ruolo in Cop Land lo aveva quasi ucciso. Nonostante fosse stato acclamato dalla critica nel film di James Mangold, i produttori non capivano più se offrirgli ruoli simili, più "adulti", o tornare a proporgli film action. Risultato: un crollo delle sue presenze in sala, aggravato anche dall'età che avanzava e dall'abuso di steroidi e chirurgia estetica. Poi, tenendo fede alla tenacia del suo personaggio più amato, Sly tornò in sella dirigendo se stesso in Rocky Balboa e John Rambo. Due performance magnetiche che fecero capire a tutti come il vecchio Stallone Italiano potesse ancora vincere. Il resto è storia, compreso lo sfiorato Oscar per Creed.

John Travolta
Quentin Tarantino è famoso per saper recuperare vecchie glorie e riportarle al successo, ma John Travolta deve essere il suo capolavoro. Prima di Pulp Fiction, Travolta era caduto nell'inferno delle commedie per famiglie, con i giorni de La febbre del sabato sera e Grease ben lontani. Il ruolo di Vincent Vega gli fece riacquistare star power, e negli anni seguenti lo abbiamo visto con piacere in Nome in codice: Broken Arrow, Face/Off e Get Shorty. Oggi ha perso nuovamente l'appeal che aveva riconquistato, ma non è da escludere che prima o poi torni a stupirci.

Mickey Rourke
Dopo una carriera da sex symbol negli anni Ottanta, Mickey Rourke si ritirò dalle scene nei primi Novanta per dedicarsi alla carriera di pugile professionista, che lo lasciò praticamente sfigurato. L'eccesso di chirurgia estetica fece il resto, trasformandone completamente la fisionomia. Rourke fece l'unica cosa possibile rimastagli da fare: abbracciò totalmente il suo aspetto grottesco e lo mise a frutto nello straziante The Wrestler di Darren Aronofsky, che gli fece vincere un Golden Globe e ottenere una nominatio all'Oscar. Poi sono arrivati I Mercenari di Stallone e Iron Man 2, ma Rourke non è più riuscito a replicare l'exploit di The Wrestler.