
Da Avengers a Spectre: le dieci delusioni del 2015

Flop 10: le dieci delusioni del 2015
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Big Eyes, di Tim Burton
Se in parte Big Eyes è interessante dal punto di vista della costruzione di un personaggio femminile riuscito come quello dell’artista Margaret Keane, le premesse femministe del film si arenano nella struttura eccessivamente ingessata del biopic tradizionale. Un peccato, perché l’estro di Tim Burton rimane vittima di una struttura eccessivamente didascalica e rispettosa della cronologia degli eventi. E anche quando nella storia Christoph Waltz si appropria del talento di Amy Adams con arguta manipolazione psicologica, cercando di levare luce a un grande personaggio femminile realmente esistito, si tratta di una doppiezza che non convince mai fino in fondo. Davvero una delusione scottante.
Qui la recensione di Big Eyes.

Exodus – Dei e Re, di Ridley Scott
Ridley Scott, a 77 anni, è ancora prolificissimo. Per questo non sempre la qualità dei suoi film è al top. Un esempio perfetto è Exodus – Dei e Re, sulla carta un kolossal vecchio stampo ispirato alla storia di Mosè e a I dieci comandamenti, ma la realizzazione lascia molto a desiderare, tra interpretazioni troppo impostate e un ritmo che latita. Si salvano giusto un paio di sequenze di effetti speciali, principalmente quella dell'esondazione del Mar Rosso, con relativo tsunami. Nessuna traccia della supposta "visione atea" che il regista avrebbe dovuto infondere alla storia.
Leggete la recesione di Exodus.

La teoria del tutto, di James Marsh
Nonostante l'Oscar vinto da Eddie Redmayne, La teoria del tutto è un biopic fin troppo standard, che glorifica eccessivamente la figura di Stephen Hawking. Un difetto inaspettato, se si pensa che è tratto dall'autobiografia della sua ex moglie...
L'intervista a Eddie Redmayne.
L'intervista a James Marsh.

Avengers: Age of Ultron, di Joss Whedon
Meno spassoso, meno spettacolare, meno scorrevole del primo film. Joss Whedon e il produttore Kevin Feige hanno negoziato scena per scena e il risultato si vede. Ci si diverte con Avengers: Age of Ultron, ma cento passi dopo aver lasciato la sala, i ricordi del film sono già belli che andati. L'unica cosa che rimane in mente è una certa noia globale e un cattivo sprecato. Fast food cinema.

Contagious – Epidemia mortale, di Henry Hobson
Ovvero, come sprecare un'ottima idea e la migliore interpretazione di Arnold Schwarzenegger. La star ce la mette davvero tutta, si mette in gioco come mai prima d'ora, arrivando a piangere per una figlia che si sta lentamente tramutando in zombie. Eppure, Contagious – Epidemia mortale (alias Maggie) dell'esordiente Henry Hobson soffre di un ritmo soporifero e, anziché tentare nuove strade come la premessa suggeriva, finisce per cadere nei più abusati cliché del cinema degli zombie.
L'intervista al regista Henry Hobson.

Terminator: Genisys, di Alan Taylor
Ancora Arnold Schwarzenegger per pasticcio dell'anno. L'attore torna al ruolo più iconico della sua carriera, ma dimentica di portare con sé dei veri sceneggiatori. Una volta conclusa la sviolinata nostalgica ai vecchi film della serie (più o meno al ventesimo minuto del film), Terminator: Genisys va avanti tra buchi di trama imperdonabili, interpretazioni legnose ed effetti tutt'altro che speciali. L'ultimo chiodo sulla bara della saga.
Qui la recensione di Terminator: Genisys.

Southpaw - L'ultima sfida, di Antoine Fuqua
Diciamo la verità, Jake Gyllenhaal è l'attore più interessante del momento. È stato un eroe d'azione, un principe azzurro, e poi ha deciso di incupirsi con Prisoners e con il magnifico Lo sciacallo - Nightcrawler. Anche in Southpaw le premesse c'erano tutte: un attore trasformato in pugile tutto muscoli e la regia solida dell'uomo che ha diretto Training Day e The Equalizer. Invece, la macchina da presa sta fuori dal ring il più possibile per un melodrammone con toni da soap opera che segue una sceneggiatura piena di cliché, affidata a un protagonista poco furbo e troppo poco interessante per creare un rapporto emotivo con chi sta a guardare.
La recensione di Southpaw - L'ultima sfida.

Fantastic 4 – I Fantastici Quattro, di Josh Trank
Ne abbiamo già ampiamente parlato nel nostro pezzo sull'uscita home video del film, ma bisogna reiterare quanto Fantastic 4 – I Fantastici Quattro sia un'occasione buttata al vento. Un solido primo atto, per quanto lontano dal fumetto, lascia spazio a un filmetto confuso, privo di mordente e, soprattutto, strutturato come il pilota di una serie TV. Sembra che la Fox abbia realizzato il film solo per tenersi i diritti dei personaggi Marvel. Il povero Josh Trank farà fatica a trovare lavoro, visto il flop micidiale del film.
Leggete anche: Film imbarazzanti e controversi: 10 registi che hanno chiesto scusa.

Black Mass - L'ultimo gangster, di Scott Cooper
Le premesse c'erano tutte. Johnny Depp avrebbe riscattato i passi falsi della sua carriera mettendo paura e lasciando il segno sotto il make-up che lo ha trasformato nel gangster Whitey Bulger. Quel brivido lasciato dal trailer dura più o meno trenta minuti nel corso di un film di oltre due ore che, dopo aver presentato i personaggi, procede zoppicando all'interno dei canoni standard del gangster movie. Depp più gigione che bravo. Un'occasione sprecata.

007 Spectre, di Sam Mendes
Forse la delusione più cocente del 2015. Ci si aspettava grandi, grandissime cose da Spectre, dopo il fantastico Skyfall. Il ritorno di Blofeld, la chiusura del cerchio della gestione Daniel Craig, il secondo Bond di fila per Sam Mendes... Tutto lasciava pensare che Spectre sarebbe stato uno 007 da ricordare. E invece, per quanto decisamente non brutto, Spectre è risultato mediocre. E questo è l'insulto peggiore per un film di James Bond.