Easy Girl

Easy A - Locandina USA

Una ragazza racconta una bugia innocente sulla propria verginità ma naturalmente la notizia arriva immediatamente ai compagni di scuola. Decide di far lavorare il pettegolezzo a suo favore, divertendosi a far circolare voci sul suo conto. Ben presto pero' la situazione le sfugge di mano e si rende conto delle conseguenze derivate dalle sue menzogne.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Easy A
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Eagle Pictures
USCITA CINEMA
04/03/2011
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2011

“John Hughes non ha diretto la mia vita”, si lamenta Olive, la protagonista di “Easy Girl” interpretata dalla bella e brava Emma Stone. Da una parte ci rammarichiamo tutti che il più grande cantore di quell'eta inquieta, difficile, spietata che è l'adolescenza non abbia diretto nemmeno le nostre di vite, dall'altra dissentiamo. Hughes, nel portare sullo schermo i suoi personaggi, ha raccontato le vite di ciascuno di noi. Dopo la morte del produttore, sceneggiatore e regista (e anche prima, magari in misura minore), in tanti si sono cimentati in commedie giovanilistiche che citassero i suoi film. L'ultimo esperimento, anch'esso fallito, è “Una notte con Beth Cooper” (qui la nostra recensione), in cui uno dei genitori veniva interpretato da Alan Ruck, alias Cameron Frye, migliore amico di Ferris Bueller in “Una pazza giornata di vacanza”.

Easy Girl” riesce dove tutte queste pellicole sono cadute: porta sullo schermo una gioventù fresca e varia, fuori dalle schematizzazioni e spoglia di giudizi altrui (nonostante il giudizio e la reputazione siano proprio al centro della vicenda). Oltre a battute e gag divertenti e un racconto decisamente sopra le righe, emerge il quadro di una generazione ancora tormentata, come quella di Hughes, piena di problemi e fissazioni, di schemi, di incertezze sul posto che deve occupare nel microcosmo della scuola, prototipo del mondo là fuori, a cui è meglio non pensare, non ancora. Le altre pellicole tralasciavano questo importante aspetto, oppure lo trattavano calcando troppo la mano sul dramma. “Easy Girl” invece recupera tutta la freschezza delle pellicole degli anni '80, ne fa il suo punto di forza, e non si nasconde affatto, anzi ricrea e reinterpreta, elencandole, le scene cult del cinema di Hughes (Olive canta sotto la doccia come Ferris, desidera un fidanzato come quello di “Sixteen Candles”, parla direttamente guardando in macchina come i ragazzi di Hughes).

Il cast è pieno di giovani di talento, a cominciare da Emma Stone, che si applica una grossa A rossa sul pezzo citando “La lettera scarlatta” (“E se proprio non volete leggere il libro, almeno guardate il film originale, non quella roba con Demi Moore”, ripete di continuo rivolta ai teenager che la guardano dalla sala cinematografica) ed è sensualissima con il corpo e con la voce (da recuperare assolutamente la versione originale). E poi Penn Badgley, direttamente da “Gossip Girl” è il suo ragazzo dei sogni, ovviamente vicino-lontano; Amanda Bynes è l'odiosa puritana che predica la verginità e la religione. Due meravigliosi Stanley Tucci e Patricia Clarkson interpretano i genitori che tutti vorremmo aver avuto e sono semplicemente immensi, mentre Thomas Haden Church, Lisa Kudrow e Malcolm McDowell sono i professori, gli adulti, spesso più incasinati degli studenti che dovrebbero guidare.

“Easy Girl” è un piccolo gioiello, un film che ha un respiro ampio e più grande di lui, il cui più grande merito è non vergognarsi di gridare al mondo che John Hughes è stato un grande autore mai abbastanza celebrato, e che ci manca infinitamente.

di Federica Aliano