Torino Film Festival 2014
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The Homesman – La nostra recensione

Il western di Tommy Lee Jones spara le pallottole migliori all'inizio. Poi rimane a secco

The Homesman

28.11.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Convince a metà il nuovo film di Tommy Lee Jones presentato a Torino nella sezione Festa mobile. Se da una parte lo spettatore non chiede altro che accogliere finalmente un western al femminile – anche perché, ad eccezione de Il grinta, negli ultimi vent'anni Hollywood non ha mai preso sul serio la cosa, limitandosi a sfornare pellicole ridicole come Bandidas e Bad Girls – dall'altra il film, nonostante una tenuta interessante, abbassa la guardia presentando qualche scossone tematico. 


 
Il regista parte benissimo raccontando la storia di una bella donna che soffre di solitudine nell'America del diciannovesimo secolo. La interpreta Hilary Swank con la solita grande presenza, lei che in quanto a donne forti ha lasciato un marchio indelebile nella storia del cinema. L'altro tema interessante è l'esplorazione della malattia mentale di alcune donne dell'epoca e di come la loro condizione venisse trattata dalla società che non esitava a condannarle all'esilio. Jones racconta proprio la storia di questo esilio in un western on the road in cui tre donne malate vengono scortate dal Nebraska all'Iowa. Il regista ce le presenta osando, si assiste perfino a un infanticidio. Ciononostante, all'apice del dramma, Jones si butta nella mischia, piazzandosi anche davanti alla macchina da presa nel ruolo di quello che scopriremo nuovo protagonista della storia. Un personaggio macchiettistico che ha difficoltà a delinearsi chiaramente sia in sceneggiatura sia nella performance dell'attore/regista. E' lui che eredita il film dalla protagonista: da quel momento le potenzialità della storia si abbassano e si passa a un racconto intimo e meno interessante di quanto stabilito in partenza
 
Epica e dramma lasciano posto all'intrattenimento e si teme che sia stato proprio questo aspetto a suscitare l'interesse del produttore Luc Besson, noto ormai per il suo modo di fare cinema senz'anima. Jones racconta comunque situazioni interessanti, compresa una specie di transfert tra il suo personaggio e quello della Swank. The Homesman rimane notevole finché la macchina da presa viene puntata sulla Swank. Poi si limita a intrattenere buttandosi a capofitto nei grandi temi del genere: onore e vendetta. Magnifica una sequenza di venti minuti in cui il protagonista entra in un albergo per affittare un paio di camere e sfamare le tre donne che sta scortando. L'accesso all'hotel gli viene negato. E lui scatena letteralmente l'inferno. 

 
Punto vincente del film è il cast pieno di attori eccellenti: onore dunque al direttore di casting che ha messo insieme Meryl Streep, James Spader, il grande John Lithgow, Tim Blake Nelson e William Fitchner. Il grande problema sta invece nella confezione visiva: se è vero che la bellezza dei paesaggi deve essere tenuta in conto quando si ha a che fare con il Western, è anche vero che la fotografia di Rodrigo Prieto è troppo pulita. Una cartolina perfetta. Talmente lucida che si percepisce la presenza della troupe dall'altra parte di ogni singola inquadratura. 

The Homesman sarà distribuito in Italia da Movies Inspired.

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