Festival Roma 2014
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#ScrivimiAncora – La recensione da Roma

Una commedia romantica destinata a diventare un classico tra le nuove generazioni

#ScrivimiAncora

19.10.2014 - Autore: Marco Triolo
#ScrivimiAncora è in un certo senso una sorpresa. La commedia romantica di Christian Ditter, tratta da un romanzo di Cecelia Ahern (anche autrice di P.S. I Love You) minacciava di essere l’ennesimo prodotto a uso e consumo del pubblico teen, sbilanciato nella melassa e dimentico di qualsiasi altro aspetto che un film propriamente detto deve avere. Invece non è così: non si sa come, ma in mezzo tra testo originale, sceneggiatura di Juliette Towhidi (Calendar Girls), regia di Ditter e interpretazione di Lily Collins, è scattato qualcosa, una scintilla che ha dato vita a una formula alchemica che funziona. Questo va ammesso al di là che #ScrivimiAncora sia o meno un film per voi.
 
L’equivoco sul film nasce soprattutto da un titolo italiano tra i più fuorvianti di sempre: quell’hashtag suggerisce un film immerso nell’attualità dei social network, un affair consumato più sugli smartphone e tra le righe di Whatsapp e Twitter che faccia a faccia. Non è assolutamente così, anzi: la chiave di volta del film è semmai una lettera scritta a mano, come ai vecchi tempi. Ed una sola, per altro: non c’è mai una vera corrispondenza, come sembra suggerire la lontananza tra i due innamorati che è al centro del film. Addirittura, Love, Rosie (titolo originale) non è nemmeno ambientato “ai giorni nostri”, ma va indietro di 12 anni per raccontare una lunga e complessa storia d’amore tra due amici d’infanzia. Il tutto puntellato da canzoni d’epoca e da una tecnologia in costante evoluzione, che va dalle prime chat fino agli SMS e – alla fine sì – smartphone e quant’altro.
 
Superato l’equivoco, quel che resta è un film decisamente non scevro da pecche, ma in ultimo ben scritto e ricco di spunti interessanti e scene divertenti, benedetto oltretutto da un umorismo scorretto che lo distanzia anni luce dagli analoghi e standardizzatissimi film americani. Si veda ad esempio la franchezza con cui si parla di sesso o la volgarità del linguaggio, tutte cose ormai assenti nell’eccesso di politicamente corretto tipico di Hollywood. Sia chiaro, non è che #ScrivimiAncora sia originalissimo: i cliché della rom-com non mancano, tutti sono fin troppo belli e possono permettersi case da sogno. Alcuni personaggi restano a malapena abbozzati e ricoprono – specialmente mariti e mogli dei due protagonisti – il ruolo di funzioni narrative. Vale a dire, sono puramente degli ostacoli gettati nel mezzo per tenere sulle spine i romantici fino alla conclusione, che non sveleremo. Ma di ostacoli, in #ScrivimiAncora, ce ne sono fin troppi, al punto che la storia scavalca la linea tra plausibile e involontariamente comico. 
 
Per fortuna la verve british e il carisma di Lily Collins tengono tutto insieme. Abbiamo parlato poco della sua dolce metà Sam Claflin, ma questo soprattutto perché al suo Alex non è richiesto più di tanto, se non apparire sbarbato di fresco e struggersi per le occasioni perdute, salvo poi sposarsi a destra e a manca. Il plot di #ScrivimiAncora è sostanzialmente quello di vent’anni di una soap opera compresso in meno di due ore, tra matrimoni, divorzi, figli, tradimenti, ritorni. Il modello principale è ovviamente Harry ti presento Sally: il film di Ditter non può minimamente considerarsi altrettanto riuscito, ma di sicuro diventerà un classico tra le nuove generazioni, e un po’ se lo sarà meritato.
 
In uscita il 30 ottobre, #ScrivimiAncora è distribuito in Italia da M2 Pictures.