Aleksej Fedorchenko giunge al Festival di Roma per ritirare il premio Marc’Aurelio del Futuro, che “segnala l’importanza globale di un giovane regista”. E, per quanto Fedorchenko non sia più giovanissimo (ha 48 anni), è anche vero che ha all’attivo una filmografia importante ma breve, avendo debuttato nel 2005 con Primi sulla Luna.
“C’è una strana coincidenza in Italia – ha dichiarato il regista durante la presentazione di Angeli della Rivoluzione, il suo nuovo film, alla stampa – l’Italia per me è legata a tre Marco: piazza San Marco, al Marc’Aurelio e a Marco Müller, l’incarnazione della cultura”. Angeli della Rivoluzione, presentato in anteprima mondiale nella sezione “Cinema d’Oggi”, racconta l’incontro e lo scontro fra differenti culture negli anni ’30 dell’Unione Sovietica, attraverso lo sguardo di cinque artisti d’avanguardia spediti a divulgare il verbo staliniano nelle regioni periferiche. La pellicola è un adattamento dei racconti di Denis Osokin, vincitore del prestigioso premio letterario russo per giovani autori “Debut Prize”, scrittore del romanzo che ha ispirato Silent Souls (opera terza del regista) e sceneggiatore del successivo Mari della pianura, in concorso a Roma nel 2012.