Festival Roma 2014
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Lo sciacallo – La recensione da Roma

Jake Gyllenhaal sociopatico Taxi Driver del video-giornalismo nell’ottimo esordio di Dan Gilroy

Lo sciacallo - Nightcrawler

24.10.2014 - Autore: Marco Triolo
Lo sciacallo. Questo è il titolo italiano scelto per il debutto alla regia di Dan Gilroy, sceneggiatore di Real Steel e The Bourne Legacy, tra gli altri. Un titolo che per una volta ben si addice alle vicende narrate, ma l’originale Nightcrawler rende in maniera meno diretta, e dunque più suggestiva, il senso del personaggio interpretato da Jake Gyllenhaal: non è solo uno sciacallo, è proprio una “creatura che striscia nella notte”. Un aracnide, un predatore.
 
La storia ruota intorno a Louis Bloom, ladruncolo sociopatico che un bel giorno scopre come sia facile far soldi riprendendo incidenti e vittime di casi di cronaca nera nel cuore della notte di Los Angeles. Essendo uno che impara in fretta, Lou mette in piedi un piccolo business assumendo un ragazzo senza fissa dimora (Riz Ahmed) e oltrepassando di volta in volta tutte le soglie sbagliate, dal modificare la scena di un incidente per realizzare una ripresa migliore a ben di peggio.
 
Jake Gyllenhaal è da solo un buon motivo per vedere Lo sciacallo: la sua performance è impeccabile e rende alla perfezione il distacco psicologico dal resto dell’umanità. Lou è una sorta di “Travis Bickle del video-giornalismo”, inarrestabile, spietato e completamente pazzo. E come nel caso di Taxi Driver, nessuno si accorge della sua follia finché non è troppo tardi. Gyllenhaal non è però l’unico motivo per vedere Lo sciacallo: mettiamoci anche che Gilroy, che ha un’esperienza ventennale nel cinema pur non avendo mai diretto nulla, ha un occhio davvero niente male nel cogliere il fascino e allo stesso tempo l’innegabile squallore di Los Angeles, una colata di cemento da cui, nottetempo, striscia fuori ogni sorta di animale pericoloso. C’è una tensione di fondo costante, la sensazione sgradevole che nessuno sia al sicuro nelle proprie case, nemmeno nei quartieri “bene”. Non solo dai criminali, ma anche dall’occhio invasivo dei media, pronti a sfruttare ogni tragedia per vendere. Alcuni potrebbero pensare che si tratti di un punto di vista estremo e denigrante nei confronti dei giornalisti, ma in realtà a Gilroy non interessa fare della morale sui media, quanto raccontare dell’uso sbagliato che se ne può fare – incarnandolo in un sociopatico che non è capace di vedere le altre persone, per quanto duramente si sforzi di riprenderle nei loro momenti di affanno.
 
Nightcrawler è un film che trae grande giovamento dalle nuove tecnologie. Gilroy fotografa tutto in un digitale nitidissimo, in grado di cogliere ogni dettaglio della notte losangelina. Ci sarebbe da fare un discorso a parte su come l’avvento del digitale abbia permesso di riprendere davvero la notte, senza un eccesso di riflettori o senza affidarsi all’effetto notte. Ma non è questo il luogo adatto: basti sapere che Lo sciacallo è un thriller di ottima fattura in grado di coinvolgere dal primo all’ultimo fotogramma. Il resto lo lasciamo ai trattati di cinema.
 
In uscita il 13 novembre, Lo sciacallo - Nightcrawler è distribuito in Italia da Notorious Pictures.