Festiva del Cinema di Venezia 2015
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Venezia, il giorno di Brian De Palma: “Per fare questo lavoro bisogna avere humour”

Il grande regista al Festival per ritirare il premio Jaeger-LeCoultre e presentare il documentario sulla sua vita diretto da Jake Paltrow e Noah Baumbach

Jake Paltrow, Brian De Palma, Noah Baumbach

09.09.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta), da Venezia
La carriera di Brian De Palma raccontata dall’unico uomo in grado di rimetterla in prospettiva: Brian De Palma. Noah Baumbach e Jake Paltrow presentano a Venezia De Palma, una lunga intervista al regista che raggiunge il Lido insieme a loro per ritirare il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker. Un procedimento “casuale”, come spiega De Palma all’incontro con la stampa: “Jake e Noah mi hanno detto che ci saremmo semplicemente seduti e mi avrebbero fatto qualche domanda. Ci trovavamo ogni giorno nel salotto di Jake, io con indosso la stessa maglietta blu, per una settimana”. Tutto questo ha portato a trenta ore di girato che poi i registi hanno tagliato e montato con vari spezzoni dei classici di De Palma, da Carrie a Scarface, da Gli intoccabili a Mission: Impossible. E poi Blow Out, Omicidio a luci rosse, Doppia personalità, fino al recente Passion, presentato a Venezia nel 2012.

“Con Noah e Jake siamo parte di un gruppo di registi di New York che si riunisce ogni settimana per parlare del nostro lavoro. Perché siamo gli unici a sapere quello che i nostri colleghi passano”, spiega, e aggiunge: “Se fai questo lavoro è fondamentale avere il senso dell’umorismo. Quando fai un film la reazione è solitamente il contrario di quello che ti aspettavi. Pensi che faccia schifo e invece lo apprezzano, pensi di aver fatto il tuo capolavoro e non piace”. Qual è la ricetta del successo di un regista? “Bisogna avere tre cose: talento, tenacia e fortuna. La tenacia di andare avanti, credere in te stesso e non ascoltare quando ti dicono che quello che stai facendo non interesserà a nessuno”.

Il regista menziona anche il suo storico collaboratore alle musiche, Pino Donaggio: “Dopo la morte di Bernard Herrmann, mio primo compositore, cercavo un sostituto e sono venuto a Venezia per incontrare Pino. Tra noi è scattata subito l’intesa, anche se il mio italiano e il suo inglese sono pessimi. Per il genere che faccio, il thriller sensuale, lui è il migliore in assoluto”. Qualcuno chiede se non ha mai pensato di tentare la strada della TV dopo essere stato estromesso da Hollywood: “Ho avuto una pessima esperienza con un progetto che stavo sviluppando per HBO. Mi hanno stravolto la sceneggiatura al punto che non era più il film che volevo fare e me ne sono dovuto andare. Non ho mai avuto così tanti incontri con executive e note come quando ho tentato di lavorare in TV. Questo perché è un luogo dominato da produttori e sceneggiatori, i registi sono intercambiabili e non contano niente”.

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