Festiva di Cannes 2018
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Cold War, a Cannes la storia d'amore che non dimenticherete mai

Pawel Pawlikowski, premio Oscar per Ida, presenta il suo nuovo film, potentissimo dramma d'amore ambientato negli anni Cinquanta

11.05.2018 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato a Cannes
Dura solo ottantaquattro minuti, Cold War, il nuovo film di Pawel Pawlikowski presentato in Concorso a Cannes 71. Un'ora e ventiquattro che basta e avanza per regalarci una delle storie d'amore più potenti viste nel cinema europeo negli ultimi anni. Un film d'amore in grado di fare la differenza nell'oceano delle love story cinematografiche. Il regista polacco premio Oscar per Ida nel 2015 decide di tornare indietro nel tempo. Un viaggio di più di sessant'anni nel passato. Sullo schermo seguiamo un uomo e una donna provenienti da classi sociali diverse e fulminati dall'amore al primo sguardo. Le circostanze attorno a loro li separano continuamente, incluse le altre persone nelle loro vite sentimentali e la scena politica di un mondo in costante cambiamento in cui la tensione era sempre alle stelle (la Guerra Fredda del titolo). Gli anni, però, passano e loro non smettono di inseguirsi. 


 
"Per me sarebbe stato difficile raccontare una storia d'amore così complessa e ambientarla nel presente, dato che oggi viviamo in un mondo troppo carico di informazioni, immagini e suoni - afferma Pawlikowski - Non riuscivo a immaginare due persone che si amano così intensamente in quest'epoca in cui siamo distratti, tutti costantemente al telefono. Come abbassi il volume del chiasso e ti concentri sui sentimenti?". Il regista sottolinea una certa nostalgia per un'epoca tragica ma profonda: "Racconto un periodo in cui tutto era più drammatico e quindi lo erano anche i sentimenti. Erano più profondi. In un mondo pieno di ostacoli, un sentimento come l'amore era un mezzo potente per provare ad affrontare tutto il resto". 
 
Come Ida, anche Cold War è girato in glorioso bianco e nero (il direttore della fotografia è lo stesso, Lukasz Zal): "Pensavo a questo film da anni, sin da prima di Ida - chiarisce il regista - Mi interessava raccontare il paradosso della vita con due persone che si amano, vogliono stare insieme ma non possono. E nel farlo mi interessava esplorare il cinema con cui sono cresciuto, quello più classico, quello degli anni Cinquanta e Sessanta. A differenza di Ida, Cold War è più drammatico anche nelle immagini. E ha un tono energico e agitato". 
 
Pawlikowski lo ha dedicato ai suoi genitori: "Ci sono degli elementi comuni tra questa coppia e i miei genitori. Ho chiamato i personaggi come mio padre e mia padre. La loro storia non è del tutto uguale, ma anche i miei si sono inseguiti, sono stati insieme, si sono lasciati e hanno cambiato paese, e poi sono tornati insieme. C'è una meccanica simile tra la loro storia e quella dei protagonisti". 


 
I due amanti si perdono e si ritrovano e si perdono ancora tra la Polonia, la Jugoslavia e la Francia. "La Francia all'epoca era una buona meta per i polacchi esiliati - continua Pawlikowski  - Parigi può essere un posto così romantico e così diverso, totalmente all'opposto della Polonia. Uno straniero può anche sentirsi soffocare a Parigi. Ecco perché è perfetta per raccontare il momento di crisi di questa coppia". Un momento di crisi che sarà superato? Per saperlo vi toccherà vedere il film e il suo finale in grado di entrare direttamente negli annali del cinema d'amore. La buona notizia è che Cold War ha già un distributore italiano: uscirà nei cinema distribuito da Lucky Red

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