Festiva di Cannes 2018
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Climax, il nuovo film di Gaspar Noé vi rovinerà la giornata (la recensione da Cannes)

Allucinazioni da LSD al centro del nuovo disturbante film del regista argentino presentato alla Quinzaine des Réalisateurs

14.05.2018 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Cannes
Andare a vedere un film di Gaspar Noé è un po' come salire su un aeroplano che sai già avrà non pochi problemi durante il volo. Sai già che lo stomaco si rivolterà come succede nella più burrascosa delle turbolenze. E che ci saranno dei momenti in cui non solo eviterai di guardare lo schermo, ma cercherai con grande difficoltà di distrarti. Sono questi i pugni che il regista ci ha già dato in passato con film come Irreversible ed Enter the Void. Il suo nuovo lavoro viene presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes. Climax, questo il titolo, è sempre "la stessa musica" di Gaspar Noé: una donna incinta che viene presa a calci nello stomaco, un ragazzino che viene abbandonato in una cantina dalla madre, una donna la cui testa va a fuoco, un ragazzo abbandonato dai suoi compagni a morire di freddo nella neve. Sono immagini che non si dimenticano - un buon sette e mezzo nella scala del disturbo - e in grado di rovinare la giornata a chi sta a guardare.

 
Perché dunque ci si ostina a vedere i film di Noé? Sicuramente ha un po' a che fare con una certa componente masochista dello spettatore. Non è l'unica risposta. Perché oltre il senso di disturbo, oltre il senso di vomito (e qui a un certo punto sono gli stessi protagonisti che vomitano in scena e fanno molto altro), il regista argentino è perfettamente in grado di descrivere il momento esatto in cui la normalità viene invasa da un altro tipo di realtà: il caos che irrompe in maniera brutale. Il suo film racconta la festa di un gruppo di ballerini, isolati all'interno di un'enorme palestra, che inizia con grandi momenti di divertimento e prosegue verso l'incubo quando i protagonisti si rendono conto che qualcuno ha versato LSD all'interno della loro sangria. Da quel momento Climax flirta con l'horror: tutti sono contagiati e la scalata alla follia in ciascuno dei protagonisti è piena zeppa di tensione. Assistiamo al loro graduale distacco dalla realtà, una perdita di controllo che sfocia in un'escalation di paura, violenza e naturalmente erotismo (come spesso succede nel cinema di Noé). Fino ad arrivare alla morte. Eros e thanatos irrompono sullo schermo con la forza di un TIR sulle note della musica da discoteca. Il regista prosegue il suo discorso interessante sulla violenza che può esplodere dentro chiunque di noi in qualsiasi momento. A tratti sembra quasi di assistere a uno zombie movie con i personaggi più lucidi che devono stare al riparo dai meno lucidi, un'orda in grado di fare le cose più terribili. Si arriva però al punto in cui non ci si può nemmeno fidare di chi è stato contagiato in maniera più leggera. 

Noé fa un ottimo lavoro sul suono, il suo film è una sinfonia di urla tutte distinguibili sotto la musica sparata al massimo del volume: fastidiosa la seconda, disturbanti i primi. Un continuo martellare l'animo dello spettatore. ll suo lavoro con la macchina da presa sfida sempre la legge di gravità con movimenti a 360 gradi e una sequenza girata sottosopra con il pavimento che diventa la parte superiore dello schermo. Fastidioso, disturbante e gratuito, Climax è comunque un'esperienza cinematografica che non si dimentica. Questo non vuol dire che sia un bel film. Anzi ci si può ritrovare nuovamente con la promessa di non vedere mai più un altro film del regista. Promessa che ovviamente viene infranta ogni volta che arriva un suo nuovo lavoro.



Paradossalmente, pur avendo questo titolo, Climax è monco di un terzo atto. Ecco dunque l'elemento gratuito: a tratti sembra che a Noé interessi mettere in scena più follie tutte insieme, invece di andare più a fondo e riflettere sulle possibilità narrative del suo racconto allucinatorio. Dopo un'ora e mezza di dolore il film si chiude improvvisamente. Per pochi secondi leggiamo sullo schermo che "la morte è un'esperienza bellissima". No, grazie. Bravi comunque tutti gli attori, un cast di ballerini guidato da Sofia Boutella (era la mummia nel film con Tom Cruise) sempre ottima, specialmente in un paio di sequenze in cui si ritrova a recitare da sola totalmente in preda dei suoi demoni.

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