Festiva di Cannes 2017
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Diane Kruger presenta a Cannes In the Fade: sarà lei la migliore attrice del Festival?

Protagonista di In the Fade, il nuovo film di Fatih Akin in cui interpreta una donna che vuole vendicarsi dopo aver perso marito e figlio in un attacco terroristico

26.05.2017 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Cannes (Nexta)
Diane Kruger è una madre e una moglie. E improvvisamente diventa vedova e perde anche il figlio quando rimangono uccisi nel corso di un attentato terroristico compiuto da un gruppo neo-nazista. Schiacciata dal dolore e dal senso di ingiustizia, inizia lei stessa un percorso che la porterà alla vendetta.
 
Questa è la premessa di In the Fade, il nuovo film di Fatih Akin (regista de La sposa turca e Soul Kitchen) presentato in Concorso al Festival di Cannes, dove gli occhi sono puntati sulla Kruger come potenziale migliore attrice della kermesse. "Era un ruolo che mi faceva paura - racconta la protagonista del film - Perché gli orrori che descriviamo accadono ogni giorno nella nostra epoca. Si tratta di un film sfortunatamente attualissimo. Come si fa a vivere dopo essere stanti coinvolti in così tanto orrore? Come si vive dopo aver subito queste ingiustizie? Questo mi ha spinto a superare le mie paure". 

 
L'attrice tedesca continua: "Sono dovuta cambiare totalmente per diventare il personaggio. Fatih mi ha chiesto di andare a vivere ad Amburgo per un po', ha voluto che mi tagliassi i capelli, che scegliessi io i tatuaggi del personaggio e che mi vestissi come lei sin da prima delle riprese. Mi ha anche chiesto di frequentare i bar dove il mio personaggio sarebbe andata la sera per incontrare il suo futuro marito. Sono stata io a cercare Fatih Akin qualche anno fa, perché i suoi film hanno segnato la mia gioventù". 

A quel punto il regista rivela: "In the Fade non è un film politico. Quegli eventi restano sullo sfondo. Il progetto è cambiato quando ho pensato a Diane e deciso che avrei cambiato il protagonista del mio film. Volevo che fosse una donna. Ed era importante che fosse tedesca. Diane ha suggerito tante idee. E' un'attrice curiosa, e io l'ho ascoltata tanto. Anche perché questo film parla dell'essere madre. Non so cosa farei in una situazione come questa e spero che non mi troverò mai in una roba simile. Quando si diventa genitori, può capitare di pensare per un attimo alla perdita di un figlio. Sono questi i veri incubi della vita. Da regista posso avere un dialogo con i miei incubi". 


 
Akin, uno dei nomi di punta del cinema tedesco contemporaneo, parla della coincidenza dell'aver presentato questo film sulla Croisette pochi giorni dopo l'attentato di Manchester: "Quando abbiamo girato il film, l'Europa era già sconvolta da attacchi terroristici. Parigi, il Bataclan, Istabul e Nizza. Penso sempre ai morti. E ai genitori che hanno perso i figli. Siamo in guerra, una guerra globalizzata. Una guerra diversa: niente elicotteri né carri armati. E' una guerra mondiale. Da regista provo tanta rabbia e penso continuamente a questi eventi, è inevitabile che la cosa contagi il mio lavoro. Tocca agli spettatori chiedersi se il percorso di vendetta del personaggio sia giusto o sbagliato. Voi cosa fareste al posto della protagonista? Toccherà a voi capirlo". 
 
Akim chiude su una nota di ottimismo: "Viviamo in un mondo globalizzato, una realtà che mette a dura prova tante persone. Ma la globalizzazione può essere un bene. Io sono figlio della globalizzazione. E sono un ottimista. Bisognerebbe capire la globalizzazione e non temerla più. Ma ci vorrà tanto tempo per farlo. L'umanità non è così veloce".