
Al Pacino in The Humbling.
In The Humbling, tratto da un romanzo di Philip Roth, Pacino interpreta Simon Axler, un attore che ha perso la capacità di memorizzare le battute e si ritira in isolamento, finché non conosce una donna molto più giovane di lui che lo spinge a uscire dal guscio. “Il mio personaggio è un uomo che vede le opportunità mancate di una vita intera, e in questo tutti ci possiamo riconoscere. Sta invecchiando e non prova più passione per il suo lavoro, cerca di compensare ma viene travolto e cade in depressione”. Manglehorn, invece, “È un uomo che si è tagliato fuori, che cerca un contatto umano ma non lo trova. È incapace di smettere di pensare al passato, ma alla fine deve lasciarlo andare. Credo sia questo il tema del film”.
Rivederlo a 74 anni in due film indipendenti ci fa quasi pensare che abbia perso la fiducia in Hollywood, ma lui ribatte: “Non ho mai saputo cosa fosse davvero Hollywood. Certo, è cambiato, ma più per motivi economici che creativi. Ha dovuto evolversi e non può più permettersi di finanziare piccoli film come questi. Gli studios ora hanno scopi diversi, ma non per questo peggiori o migliori. Producono anche belle cose: ad esempio mi è piaciuto molto Guardiani della Galassia, che ho visto con i miei nipoti, l’ho trovato estremamente divertente e non sono assolutamente contro questo tipo di film. Solo che come attore non mi ci vedo”.

Pacino in Manglehorn.
Alla fine confessa: “A volte sento anche io la voglia di mollare, ma non rimpianti come i miei personaggi. Se mi riguardo indietro, mi rendo conto di avere avuto la fortuna di trovare una cosa che amo fare nella vita e finora l’aereo non è ancora atterrato”. Quindi non è depresso? “Magari lo sono, ma per fortuna non me ne rendo conto!”.
The Humbling sarà distribuito in Italia da Ambi Pictures. Manglehorn da Movies Inspired.
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