Biennale Venezia 2014
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Gabriele Salvatores: “La mia Italia sofferente ma non depressa”

Incontro con il regista di Italy in a Day, capitolo italiano del franchise ideato da Ridley Scott

Gabriele Salvatores

02.09.2014 - Autore: Marco Triolo, da Venezia
Un'Italia “non depressa, ma sofferente con dignità”. È questo il ritratto del nostro Paese che esce da Italy in a Day, il capitolo italiano del “franchise” documentaristico ideato da Ridley Scott e partito con Life in a Day di Kevin Macdonald. La nostra versione è diretta da Gabriele Salvatores, che ha visionato 44mila video girati dagli italiani, per circa 2.200 ore di materiale, e ricavato un succo di quello che è l'Italia di oggi in 75 minuti. Salvatores è riuscito a mantenersi lontano dai cliché e avvicinarsi alla gente per cogliere la sincerità nei loro spaccati di vita quotidiana in un sabato dell'ottobre 2013.



Abbiamo eliminato le cose troppo costruite e cercato quelle più sincere possibili – ci spiega il regista nel corso dell'incontro con la stampa a Venezia, dove il film è stato presentato fuori concorso – Mi sono meravigliato perché mi aspettavo molto più trash e invece non è stato così. Mi ha anche stupito che non ci siano ricchi, professionisti o professori universitari. Come se in questo Paese chi ha successo non sentisse il bisogno di condividere”. Eppure, in questa Italia “ferita” un'immagine di futuro c'è. “La crisi fa nascere demoni dentro di noi, anche se forse il rischio, più che la depressione, è l'indifferenza, che spinge la gente a isolarsi in un bunker e proteggere le proprie cose”. Solo una sequenza gioca con il cliché italiano, ed è montata a ritmo di “O sole mio”: “Il rischio, facendo un'operazione come Italy in a Day, è realizzare un filmino Super 8 in famiglia. È il montaggio, la scelta degli accostamenti, a determinare la visione. Se 'O sole mio' viene accostata a un tramonto, è come dire: 'La giornata sta finendo, ma rinascerà'”.

Lo sguardo di Salvatores, per tramite degli italiani che hanno aderito al progetto mandando i propri video, spazia da una ragazza che non vuole uscire da sotto le coperte a Luca Parmitano, l'astronauta in orbita nella stazione spaziale internazionale, che fa un po' la parte del guardiano del nostro Paese. Un accostamento di estremi che ha richiesto un enorme lavoro di preparazione: “Alcune cose del film sono state programmate, perché dovevamo chiedere le liberatorie. Nel caso di Parmitano, lo abbiamo contattato e gli abbiamo chiesto di spedire a noi i video che avrebbe realizzato il 26 ottobre. Ho amato Gravity e mi piaceva questo sguardo dall'alto: ci sono 150 milioni di galassie e noi non siamo che un pulviscolo nell'universo, ma più ti avvicini e più le storie di ognuno diventano fondamentali”.


Salvatores con la band Deproducers, autori della colonna sonora.

Italy in a Day è anche un modo unico e costruttivo di utilizzo degli strumenti digitali e social: “Nel 1996, quando ho fatto Nirvana, avevo una grandissima fiducia nella rete come vera forma di democrazia. Purtroppo, come sappiamo, non è andata così: il web è diventato una specie di supermercato, dove Facebook compra Whatsapp per avere i nostri numeri di telefono, oltre ai nostri gusti e informazioni personali. Ma questi strumenti si possono usare anche in altro modo”. “Ridley Scott ha ricevuto 15mila video da tutto il mondo, noi 45mila solo dall'Italia – conclude – Questo vuol dire che o siamo un popolo di esibizionisti, oppure abbiamo bisogno di farci ascoltare. Più che un selfie, il mio film è una seduta di psicanalisi collettiva”.

Italy in a Day è distribuito da 01 Distribution.

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