NOTIZIE

Zombieland: Doppio colpo, un sequel divertente e sincero  - La recensione

Squadra che vince non si cambia: Eisenberg, Harrelson, Stone e Deutch. Ma il primo capitolo resta irraggiungibile

Jesse Eisenberg

13.11.2019 - Autore: Gian  Luca Pisacane
Ritratto di famiglia americana in chiave zombie. Benvenuti a Zombieland aveva colpito per l’immagine che dipingeva degli Stati Uniti: una landa desolata senza personalità, dove regnano solo colori spenti. Zombieland – Doppio colpo ne segue la scia. Anche qui non esiste più un’identità nazionale, i personaggi hanno nomi di città e Stati. Tallahassee, Columbus, Wichita, Little Rock.

La lezione è un po’ alla Romero, sviscerata con risate al limite e riferimenti pop. Non a caso questo secondo capitolo inizia proprio alla Casa Bianca, la culla dell’orgoglio a stelle e strisce. E a prendere il comando dello Studio Ovale è un redneck aggressivo, ma dal cuore grande. La frecciata è al presidente Trump e alla sua fetta di elettori white trash. Gli zombie diventano una questione sociologica, molto più marcata rispetto a L’alba dei morti dementi. Il regista Ruben Fleischer parte da Washington D.C. per portarci a Graceland, sulle orme del Re Elvis Presley, ma anche della Guerra di Secessione.



Dopo l’apocalisse, i nostri eroi scavano nella storia della loro nazione, giocano con i miti, vanno alla ricerca di nuove radici riflettendo sul passato. Si aggrappano alla memoria per sentirsi ancora vivi. Fleischer questa volta calca ancora di più la mano. Ironizza sugli “hippie” e le loro comunità, si interroga sul fatto che il pacifismo sia davvero una soluzione, prende di mira i vegani e i buonisti, creandone una parodia.

Morti viventi al vetriolo, da maneggiare con cura. Con la musica che passa dai Metallica (Master of Puppets) a Bob Dylan (Like a Rolling Stone e non solo). Rispetto a Benvenuti a Zombieland, qui Fleischer insiste sull’aspetto demenziale della vicenda. Preme l’acceleratore sulle battute a sfondo sessuale, crea macchiette di contorno troppo folkloristiche, spesso inutili e poco azzeccate. Zombieland – Doppio colpo scricchiola, si appoggia troppo al primo film, con furbizia strizza l’occhio alla platea (ammicchi che spaziano da Terminator ad Apocalypse Now, passando per The Walking Dead). Si spinge addirittura verso Tarantino con la sua pirotecnica ossessione per Elvis.



Ma a far dimenticare gli eccessi ci pensano i protagonisti, sempre affiatati, ancora in sella a dieci anni dal primo Zombieland. Emma Stone ha vinto addirittura un Oscar per La La Land, Jesse Eisenberg si è caricato sulle spalle il capolavoro di David Fincher The Social Network, Ruben Fleischer dietro la macchina da presa si è buttato nel mondo dei superpoteri con il trascurabile Venom (senza dimenticare Gangster Squad).

--->Scopri Consigli.it

A rubare la scena è sempre Woody Harrelson, prototipo dell’americano medio, delirante cacciatore di non-morti, maschio alfa impenitente pronto a improvvisarsi cowboy, indiano e padre di famiglia. Irresistibile, specialmente quando deve confrontarsi con un improbabile triangolo, e con un folle dramma adolescenziale. Forse Zombieland – Doppio colpo non era necessario, non raggiunge il suo ingombrante predecessore, però qua e là strappa una risata, offre qualche spunto riflessione, e si rivela più sincero di tanti franchise d’oltreoceano.   

Zombieland - Doppio colpo, in uscita il 14 novembre, è distribuito da Warner Bros. Italia.