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Yesterday, delude la visione di Danny Boyle di un mondo senza Beatles (Recensione)

La sceneggiatura di Richard Curtis non regala grandi guizzi a una storia che resta piuttosto convenzionale.

15.07.2019 - Autore: Mattia Pasquini
Un mondo senza Beatles? Impossibile! Eppure l'ultimo Yesterday di Danny Boyle nasce proprio da questa premessa: Dal risveglio del protagonista in un mondo nel quale nessuno conosca, ricordi o abbia mai sentito parlare di John, Paul, George e Ringo. Un pitch geniale, dal quale ci si aspettava che "lo sceneggiatore di Love Actually" Richard Curtis (per non parlare di Quattro matrimoni e un funerale, Il diario di Bridget Jones, I Love Radio Rock, War Horse, Questione di tempo) potesse trarre un gioiello da affidare al regista… Così non è stato.



La mano dei due si riconosce qui e lì, ma manca la sorpresa. Nella regia, fatte salve alcune inquadrature ariose e diverse, per dinamismo e tagli, quanto nella sceneggiatura, piuttosto convenzionale soprattutto nel lungo sviluppo della relazione tra i due protagonisti. Un problema di scelte, e forse di gusti, visto che i più appassionati del Curtis Rom-Com saranno probabilmente i meno delusi dal risultato finale. Comunque leggero, comunque tenero, comunque risolto, comunque capace di toccare le corde giuste e provocare emozioni.

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Merito suo? Sicuramente. Ma più ancora della musica e della leggenda - di Lennon, McCartney & Co.. Dalla emblematica scelta dell'interludio conclusivo di A Day in the Life (la canzone che si raccontava parlasse della morte di Paul) per l'incidente dal quale tutto si origina alle successive esplicite citazioni, la vicenda si trasforma in una sorta di Comfort Movie per nostalgici del gruppo più grande di tutti i tempi.



Accettando il gioco, e lasciandosi trascinare in questa realtà parallela, è impossibile infatti restare impassibili dinanzi alla nascita di capolavori come Yesterday o Let it Be (una delle sequenze più divertenti, nella quale si fatica a non sbottare come il protagonista), alla prima esecuzione di una coinvolgente Back in the U.S.S.R. o di una mai tanto straziante e drammatica Help, fino all'estremo oltraggio patito da Hey Jude.

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Non è trascurabile il regalo che Boyle e Curtis ci fanno, di poter ascoltare canzoni alle quali ci siamo abituati come se fosse la prima volta. Un modo per riscoprire un grande amore, troppo a lungo dato per scontato. Per quanto sfumata, e lenta ad emergere, è sicuramente questa la linea narrativa più interessante dell'omaggio realizzato dai due, pur meno riuscito e originale dell'Across the Universe di Julie Taymor.



In questo senso, a poco vale il mistero che sembra prendere corpo via via. E che tra apparizioni, parentesi oniriche e rivelazioni conferma la tesi che un mondo senza i Beatles sarebbe infinitamente peggiore, soprattutto avendone consapevolezza. Un mondo dal quale Curtis e Boyle si divertono a eliminare anche altri elementi (alcuni più comprensibili, altri meno), aggiungendone uno. Un sogno realizzato, il vero colpo di scena del film, che in fondo però non risulta fondamentale nello sviluppo, pur spingendo la storia verso il suo conciliatorio e prevedibile finale.

Yesterday, in sala dal 26 settembre 2019, è distribuito dalla Universal Pictures.