WONDER BOYS

PROFILO CRITICO Giovani in carriera, pieni di talento e di grandi ambizioni. Sono i Wonder Boys (ragazzi meraviglia) della nostra società. Hanno sete di successo ma a volte vengono risucchiati nel turbine delle loro passioni. È la paralisi di chi teme di non essere a laltezza della situazione. Diretto dallautore di L.A. Confidential, il film affronta con sensibilità coeniana e perniciosa ironia il dramma di un uomo, condannato a rimanere prigioniero delle ansie e delle angoscie di chi deve far fronte alle molte aspettative di un brillante ruolo sociale. Non cè intenzione di giudizio e condanna: tutti i personaggi vengono rappresentati per quello che sono, senza essere etichettati come personalità positive o negative. Lironia è nel loro essere naturali, il divertimento deriva dalla loro spontanea indole paradossale. Wonder Boys è di quelle pellicole che raccontano i problemi della vita di tutti i giorni, mettendo a nudo le anomalie bizzarre e superficiali del nostro modo di essere nella società. Da manuale linterpretazione di Michael Douglas: più grasso e trasandato rispetto alle sue precedenti apparizioni, è anche più simpatico ed umano del solito. Bravissimo nellintensificare il profilo caricaturale assegnatogli da Curtis Hanson. Brillante la sceneggiatura di Steve Kloves, ispirata al romanzo autobiografico di Michel Chabon.