È piena soddisfazione quella che scorre nelle vene una volta completata la visione di “Warrior”, piccola grande storia ambientata nel mondo delle arti marziali miste in cui calci, pugni e altre tecniche di difesa e assalto vengono portati a segno attraverso diversi stili di combattimento.
Questa piacevole sensazione provocata dalla pellicola di Gavin O’Connor (che tre anni fa ha diretto l’interessante NYC Police Drama “Pride & Glory”) viene pompata su diversi livelli narrativi: sia quando racconta la classica storia dell’underdog in grado di trovare se stesso soltanto dopo essersi fatto valere sul ring (il pensiero va al grande "Rocky"), che come dramma sportivo dal ritmo movimentato in cui chi sta a guardare si ritrova inevitabilmente a tifare per tutti e due i protagonisti, sebbene solo uno sia destinato a vincere. Ma è più in profondità che O’Connor riesce davvero a scuoterci.
“Warrior”, infatti, scaglia pugni più forti quando esplora le dinamiche familiari tra i due fratelli separati da tempo e quelle tra loro e il padre, un uomo che ha vissuto più in compagnia della bottiglia che dei figli, infettando la loro infanzia con la violenza. Sarà troppo tardi per la redenzione? Scegliendo di non forzare questo background e di non fare nemmeno troppa luce nelle soluzioni narrative finali, il regista vince la sua sfida con un KO emotivo. E lo fa fuori dal ring, mettendo temporaneamente da parte sudore e sangue e affidandosi soprattutto alle espressioni di uno straordinario manipolo di attori. È una gara di bravura quella tra i due protagonisti: in un angolo il cupo Tom Hardy, che si consacra definitivamente come nuovo bad boy del cinema , e nell'altro Joel Edgerton, che preferisce mostrare più il cuore che i muscoli con un personaggio che strizza l’occhio all’iconico pugile di Sly Stallone (un povero che ama la sua famiglia e che combatte per non essere sfrattato).
In mezzo a loro vive l’immenso Nick Nolte, perfetto per questo genere di ruoli in cui riesce ad amplificare con voce rauca ed espressioni dolorose la disperazione del personaggio. Nonostante qualche piccola scivolata in cabina di regia (con O’Connor che a volte esita nel gestire con fermezza il ritmo dei combattimenti), la potente escalation emotiva di “Warrior” rimane salda fino al finale, non troppo originale ma coraggioso a puntare tutto su un’ultima inquadratura di grande impatto.
La pellicola, in uscita il 4 novembre, è distribuita dalla M2 Pictures.
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Warrior - La nostra recensione
Tra botte in famiglia e drammi domestici, ecco una pellicola in grado di scaricare potenti pugni emotivi
03.11.2011 - Autore: Pierpaolo Festa