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Vodka Lemon

Premio San Marco all'ultimo festival di Venezia, ovvero miglior film della sezione Controcorrente, questo Vodka Lemon non sembra meritarselo tutto.

Vodka lemon

12.04.2007 - Autore: Elena dal Forno
Premio San Marco all'ultimo festival di Venezia, ovvero miglior film della sezione Controcorrente, questo Vodka Lemon non sembra meritarselo tutto. Sarà per la trama inconsistente o per quell'eterno alternarsi tra desiderio di ironia (e autoironia) e di prendersi terribilmente sul serio. Una terra di nessuno, proprio come l'Armenia ghiacciata la vera protagonista - della pellicola, dove il regista non trova la forza di incidere veramente il suo marchio.   La storia ha come elemento centrale un vedovo sessantenne di indubbio fascino, Hamo, alle prese con tre ordini di problemi: il figlio transfuga a Parigi che invece di inviare denaro lo domanda, la figlia da sposare e la memoria della moglie. Per il primo problema c'è ben poco da fare, o arrabbiarsi o ignorare la richiesta, la storia della figlia è tutta da godere, mentre è sul terzo capitolo della saga personale di Hamo che il film si incentra veramente.   Durante una delle sue solite visite alla tomba della moglie deceduta, Hamo incontra una donna di grande levatura morale, anch'essa vedova, che vende Vodka Lemon ad un baracchino in mezzo a quel gelido nulla in cui vivono i protagonisti per tirare a campare.   Le vite di costoro scorrono tra un biglietto dell'autobus pagato all'indigentissima donna (la cui figlia pero' vive una vita d' "alto bordo" in città) e un invito a cena, tra una visita al cimitero a bordo di uno sgangheratisismo autobus e una vodka venduta a nessuno nel mezzo del niente, tra l'attesa di una lettera da Parigi e il desiderio-colpa di tentare di rifarsi una vita al di là dei dolori subiti. Nel mezzo del ghiaccio. Nel mezzo del niente. Tutto bianco. Gelido. Freddo. Un clima beckettiano, da aspettando Godot.   Ce ne sarebbe per costruire un gran film. Eppure a questo Vodka Lemon manca quel famoso punto per il quale Martin perse la cappa. Manca quella tensione, quel pathos, o forse quella scelta di campo tra essere ironici ed essere disperati che il regista non compie mai. Preferendo invece un finale alla Charlot, questo sì davvero geniale, che ci lascia con l'amaro in bocca per quel che avremmo potuto vedere e non abbiamo visto. Un vero peccato, perchè certe atmosfere di Vodka Lemon difficilmente si cancelleranno dalla memoria tanto presto.  
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