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Viaggio a Kandahar

Al cinema come alla guerra

Viaggio a Kandahar

14.04.2003 - Autore: Luca Muscarà
Fin dalle sue origini, il cinema ha sempre rappresentato una grande valvola di sfogo collettiva dalla quotidanità. E in questi giorni, passato lo choc della distruzione in diretta delle torri gemelle di New York e assorbita la prima paura dellincertezza grazie a massicce dosi di rassicurazione mediatica, si riprende volentieri a frequentare la sala cinematografica e a godere del piacere di staccare almeno un paio dore dalla realtà.   Fin dalla settimana seguente agli attentati, Hollywood aveva provveduto del resto oltre che a riorientare le produzioni in lavorazione e ad epurare le sale da tutti quei film che per qualche ragione di affinità con laccaduto potessero anche lontanamente turbare lo spettatore, ricordando come la finzione a grande schermo avesse già preannunciato la realtà, anche senza eguagliarne la potenza.   Così guidati al cinema dalla speranza rassicurante di dimenticare per un momento i guai, dal desiderio di riprendere una sana vecchia abitudine, dal pensiero che la nostra vita, tutto sommato, scorre ancora lontana dal teatro di guerra come prima degli attentati, non chiederemmo allo schermo altro che un breve momento di stacco, abbastanza per spostare lo sguardo su un luogo diverso per un paio di ore, prima di rientrare nella quotidianità del mondo mediaticamente echeggiato secondo consolidate consuetudini.   Nella lista dei film in uscita in Italia in questo momento se ne cela uno che già dal titolo echeggia un suono acquisito di recente allorecchio comune, ma che essendo il nome di un luogo di un mondo lontano, così decontestualizzato, già quasi scivola via, associato al termine usato del viaggio.   Lo schermo si apre con limmagine dellultima eclisse totale di sole del vecchio millennio. Fuoricampo una voce ricostruisce per noi le premesse mancanti, mentre sullo schermo traballanti dallelicottero strette valli deserte solcano lunghe catene montuose e nel paesaggio sospeso comincia il viaggio annunciato. A bordo di un elicottero una donna parla al proprio walkman, a se stessa e alla sorella perduta che deve trovare prima che leclisse si avveri.   Che non sia il solito thriller tecnologico, lo si capisce dalla radio di bordo con cui dialoga un pilota moderno, mentre la camera inquadra le tende di un campo ospedale e una folla di piccoli uomini con le stampelle trottano un po sbilenchi in mezzo al deserto in direzione dellelicottero stesso. Quando questo lascia cadere una manciata di protesi ortopediche che coi paracadute planano a terra, non ci si può più sbagliare: siamo in Afghanistan, dove dieci milioni di mine antiuomo della guerra sovietica giacciano sepolte, e Kandahar è proprio quella città dove alla tv ci hanno detto si cela quel mullah Omar che ha imposto la burkha alle donne, vietato la musica, gli aquiloni, e che odia con tutto il suo cuore tutti noi e il nostro occidente. Poco fa, il suo medico ha spiegato al Guardian di Londra che quelleroe della guerra che comanda ai neri turbanti è cieco da un occhio e cerebroleso per uno shrapnel sovietico.   Loccasione è imperdibile: con Viaggio a Kandahar ci si ritrova in diretta sullattuale teatro di guerra, un tragitto privato tra lIran e la città talibana, proprio lungo il percorso dove in questo momento si lanciano dagli elicotteri i commandos occidentali che dovranno rovesciare il regime del mullah. Profughi afgani -per un ora- tra macerie di città ritornate alletà della pietra, le dune le oasi e i cammelli, le scuole coraniche, lospedale da campo, e i personaggi inattesi, per scoprire quali sorprese si vedano da sotto la burkha.   Un film di denuncia della condizione femminile, infantile e maschile nellAfghanistan dei Taleban, visto dagli occhi di un vicino iraniano che detesta abbastanza il mullah da combatterlo al cinema sarebbe stato un programma dessai per un piccolo pubblico fino al 10 settembre. Oggi, se rimane la voglia di capire un po meglio quanto accade ogni giorno in tv tra finzioni e realtà a questo film non si può rinunciare.          
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