Altro che Cumberbatch, o i tanti attori impegnati a presentare piu' di un film nell'importante vetrina del Festival di Toronto (Daniel Radcliffe su tutti…), una volta sullo schermo - permette la parafrasi - si e' soli, e quel punto cio' che conta sono storia, regia, espressivita', capacita' di comunicare con la sola presenza fisica. Non sono molti i film, e gli attori, che possono vantare tanto o dare un apporto importante in questi termini al giudizio finale complessivo. Il Josh Brolin visto in Labor Day e' sicuramente tra questi.
E' l'ensemble che fa la forza del nuovo film di Jason Reitman (Tra le nuvole, Juno), a partire dalla storia originaria fino ai due coprotagonisti: Gattlin Griffith (gia' figlio perduto di Angelina Jolie nel sottovalutato Changeling di Eastwood e versione giovane dell'Hal Jordan di Ryan Reynolds nel dimenticabile Lanterna Verde) e Kate Winslet, sempre piu' bella e intensa dopo Revolutionary Road e Carnage.
L'adattamento cinematografico del romanzo omonimo del 2009 di Joyce Maynard - in originale Labor Day, festivita' statunitense durante la quale si svolge l'azione principale - ha potuto contare sulla stessa collaborazione dell'autrice con indicazioni e note alla sceneggiatura, oltre che partecipare allo stesso in un cameo nella parte di una amica di Adele che la donna incontra nel minimarket della cittadina. Ma per il resto ha potuto contare su interpretazioni potenti e profonde dei due protagonisti (senza nulla togliere al piu' giovane dei tre), particolarmente divertiti nel raccontare un legame basato sulla torta di pesche.
Un evaso irrompe nella vita di una donna sola, separata e con figlio a carico, nel New Hampshire piu' sperduto e con un forte rischio depressione. Le implicazioni sono prevedibili e lo sviluppo, tutto sommato, molto rapido. Ma arrivare a conferme attese in fondo si rivela un bene, lasciando cosi' allo spettatore la possibilita' di concentrarsi sui dettagli e sulle dinamiche umane e sulla costruzione dei personaggi e dei legami tra loro. Un avvicinamento nel quale hanno un peso fondamentale elementi classici nella famiglia statunitense, e nella sua rappresentazione piu' tradizionale.
Il baseball, il barbeque, la cucina, rimandano silenziosamente a una figura paterna e maschile strumentalmente ellittica e regalano, come accennato, scene quasi commoventi per comunione, scoperta e affidamento. Su tutte "la piu' grande scena di torte nella storia del Cinema", come l'ha definita al Festival di Toronto il regista, che ha aggiunto di aver "riguardato 'Brivido caldo' per studiare il sudore e come interagisse con pelle e vestiti" e che dovuto aspettare molto per questo film, che l'attrice fosse disponibile… "Stavo per realizzare Labor Day subito dopo Tra le nuvole - ha detto Reitman - ma nel frattempo mi sono dedicato a Young Adult".
"Abbiamo vissuto di torte - ha aggiunto Kate Winslet - e' diventato un po'ossessivo: si svegliava alle quattro della mattina e veniva sul set con una scatola dicendo 'vi ho fatto una torta'!" Per lei il compito e' stato meno impegnativo, pare, visto che ammette che "c'e' probabilmente molta piu' programmazione nel preprarsi per un red carpet che per Adele nello scegliere il vestito con cui scendere le scale alla mattina". "Sono diventato bravo - spiega invece l'attore chiamato in causa sulle sue qualita' culinarie - ho mandato mail agli amici sulle mie torte".
Ma per quella torta, perfettamente preparata sullo schermo, passano le radici della famiglia e di una nazione e - in definitiva - la consapevolezza di meritarsi una pace non convenzionale e l'istinto di scegliere di lasciarsi andare nonostante tutto. Nella speranza di trovare il sollievo tanto agognato. Prima o poi, per Adele Wheeler, durante questo convincente e coinvolgente dramma sentimental-esistenziale, per il pubblico.
Un giorno come tanti e' distribuito dalla Universal Pictures International Italy a partire dal 6 marzo 2014
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Un giorno come tanti - Con la Winslet a Toronto
Ivan Reitman porta in scena la provincia americana, con una storia emozionante e attori incredibilmente versatili.
12.09.2013 - Autore: Mattia Pasquini, da Toronto