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Un boss sotto stress

"Un Boss Sotto Stress" è il sequel di "Terapia e Pallottole", film del '99 che ha riscosso un inaspettato successo, assolutamente meritato. "Terapia e Pallottole" è un film veloce, divertente e originale, insomma un'ottima commedia. Esattamente il contrario di questo sequel...

un boss

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
Regia di: Harold Ramis Con: Robert De Niro, Billy Crystal, Lisa Kudrow e Joe Viterelli   “Un Boss Sotto Stress” è il sequel di “Terapia e Pallottole”, film del ’99 che ha riscosso un inaspettato successo, assolutamente meritato. “Terapia e Pallottole” è un film veloce, divertente e originale, insomma un’ottima commedia. Esattamente il contrario di questo sequel che guasta il ricordo del primo grossolanamente.   Il boss mafioso Paul Vitti (Robert De Niro) sta consumando i suoi ultimi mesi di detenzione nel carcere di Sing Sing e sembra essere colto improvvisamente da un crollo nervoso forse dovuto alle rappresaglie della Famiglia antagonista che teme il suo rilascio. Il gangster sprofonda in uno stato quasi catatonico dal quale riemerge solo per cantare i motivetti di “West Side Story”. Ben Sobel (Billy Crystal), l’analista che lo aveva in cura prima dell’incarcerazione, viene convocato per una perizia psichiatrica per scoprire se Vitti ha davvero un esaurimento oppure sta inscenando tutto per uscire prima dal carcere.   Il dottor Sobel si trova a dover farsi carico della riabilitazione sociale del boss, per giunta in un momento di crisi personale e professionale; deve ospitarlo in casa sua, trovargli un lavoro, assicurarsi che righi dritto e soprattutto far accettare la situazione a sua moglie Laura (Lisa Kudrow). La sua vita piomba nel caos e il dottore deve riuscire a fronteggiare le ansie del “paziente” e le proprie tra le pressioni dell’FBI, la malavita e le burrasche familiari.   La trama è inutilmente macchinosa. Gli eventi, che si susseguono a fatica, non hanno nulla di ironico anzi qualcosa di svogliato. Anche le situazioni più paradossali sono fiacche e inefficaci.   De Niro, che nel primo film ispirava davvero molta simpatia, questa volta è talmente caricato da essere addirittura imbarazzante in alcuni momenti. L’ingenuo boss non terrorizza più lo psicanalista e lo psicanalista sembra non avere più alcuna ascendente su di lui, e così si esauriscono anche quei pochi meccanismi che più divertivano nel primo. C’è qualcosa di peggio però: sembra addirittura che il regista voglia scandagliare anche gli aspetti più reali e drammatici dei personaggi, creando semplicemente delle “macchiette” poco credibili.   “Un Boss Sotto Stress” ha addirittura delle ambizioni di indipendenza dal primo film, dunque non lo salva nemmeno la spudoratezza della fotocopia commerciale. Stupisce nella colonna sonora la canzone italiana “Una Tribù Che Balla” di Jovanotti, ma questo è forse l’unico elemento di sorpresa.    
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