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Un alieno di nome Tim
In occasione del tour promozionale del suo ultimo film, il toccante "Big Fish" (id., usa, 2003), abbiamo avuto il privilegio di incontrare Tim Burton, geniale ed irresistibile icona contemporanea del cinema "fantasy".

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Quali sono state le maggiori difficoltà nel girare "Big fish"?
B. E' stato tutto molto semplice, e fatto in piena libertà artistica. John August, lo sceneggiatore, ha fatto un magnifico lavoro nel dare una struttura ben precisa al romanzo di Wallace, molto più frammentato ed episodico. Anche gli attori, soprattutto quelli non americani, sono stati fantastici nello spingere al limite la loro recitazione senza cadere nel sentimentalismo. Albert Finney poi nella vita è come Edward Bloom, un continuo inventore di storie ed aneddoti, un personaggio straordinario.
Diversi critici dopo aver visto "Big Fish" hanno accostato il film al cinema di Federico Fellini. C'è un riferimento esplicito al grande regista italiano?
B. Non credo vi sia un nesso preciso tra il mio film ed il cinema di Fellini, anche se non posso negare che la sua opera in passato mi sia stata di grande ispirazione. Autori come Fellini o anche Mario Bava, in quanto creatori di sogni, di universi molto personali e riconoscibili, sono stati per me indubbiamente dei punti di riferimento.
Alla luce della sua propensione per la narrazione, del suo essere regista ed anche scrittore di poesie, si è identificato con il personaggio del protagonista?
B. Certamente. Inserire dei dettagli, delle invenzioni, in una qualsiasi storia di tutti i giorni, per renderla più efficace ed interessante, è un qualcosa che mi affascina, un processo creativo fondamentale. D'altro canto anche il processo inverso, inserire tracce di realtà in invenzioni fantastiche, è un qualcosa che da sempre mi ispira. Molti miei film sono stati creati in questo modo
Nel rapporto che corre tra Edward Bloom e suo figlio lei ha ritrovato qualcosa del rapporto che lei aveva con suo padre?
B. So per certo che questo film non avrei saputo come girarlo prima della morte di mio padre, avvenuta poco tempo fa. Dopo averlo perso in un certo qual modo mi sono riappropriato della sua figura, l'ho fatta più mia. Già in molti miei film veniva comunque raffigurato, anche se in maniera sotterranea, il rapporto padre- figlio; penso ad esempio a "Batman", con la contrapposizione tra il Joker, così solare e fantasioso, e l'uomo pipistrello, più chiuso in se stesso e problematico. Questa dualità secondo me molto somiglia a quella persistente tra Edward Bloom e suo figlio.
Rispetto ai suoi capolavori più malinconici e "dark" sicuramente "Big Fish" è un'opera più solare, ariosa, quasi rasserenante
B. Io sono considerato un autore molto malinconico, da alcuni addirittura un pessimista. Non posso certo negare che questi tratti in parte mi appartengano. Credo però che sia stata sottovalutata anche la componente positiva e gioiosa che tutti i miei film contengono.
E' difficile per lei trovare il budget per i suoi film più personali?
B. Mi considero un regista a metà strada tra l'indipendenza e l'inserimento nei meccanismi delle Major hollywoodiane. La facilità a sviluppare i miei progetti molto è dipesa in effetti dal risultato al botteghino dei miei film precedenti. Io mi considero comunque fortunato, perché moto spesso ho potuto lavorare in assoluta libertà anche quando le grandi compagnie hanno prodotto lavori più "difficili", come ad esempio proprio "Big fish". Se ho difficoltà a proporre i miei progetti in America è perché ho sempre la sensazione di sentirmi uno straniero: adesso infatti vivo a Londra
Può anticipare qualcosa del suo nuovo progetto, "Charlie and the chocolat factory"?
B. Probabilmente inizieremo a girare questa estate. Posso dire che ci sarà Johnny Depp ed un bel po' di cioccolatain effetti lui ha già recitato in "Chocolat": forse inizia un po' a ripetersi
A proposito di Depp, è contento della sua prima nomination all'Oscar?
B. Sono felice che finalmente abbiano decretato il suo enorme talento. In America si è venuto a creare un fenomeno molto divertente: sembra che Johhny sia sbarcato negli States l'anno scorso con il suo film di pirati! E' diventato un divo adesso, quando sono almeno quindici anni che dimostra costantemente di essere un attore fantastico, ed ha fatto almeno cinque-sei grandi film.