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"Un affare di gusto"

"Un affare di gusto"

un affare di gusto

31.05.2001 - Autore: Beatrice Rutiloni
\"Un affare di gusto \" di Bernard Rapp con Bernard Giraudeau , Jeanne Pierre Lorit e Florence Thomassin. Distribuzione Luce. Uscita 1 giugno 2001.     Un raffinato industriale (Frederic Delamont - Bernard Giraudeau) tanto di successo quanto affetto da strane fobie riguardanti l\'alimentazione, rimane folgorato dall\'incontro con un cameriere, il giovane Nicolas Riviere (Jeanne -Pierre Lorit) in un prestigioso ristorante di Lione. Dopo averne testato le facoltà gustative, gli propone di diventare il suo assaggiatore personale, proponendo un\'allettante stipendio. Il ragazzo è affascinato dal carisma dell\'uomo e l\'opportunità si configura come un affascinante salto nel vuoto, cui non sa rinunciare, neanche per amore della sua fidanzata, Beatrice (Florence Thomassin), una giornalaia che da subito fiuta \"il danno\" dell\'affare. La collaborazione si configura dall\'inizio come un tentativo di simbiosi ad opera dell\'uomo, che tenta con ogni mezzo, fino all\'avvelenamento, di trasformare il suo assaggiatore in se stesso. L\'epilogo della storia è segnato fin dall\'inizio del film, un rapporto morboso che sfocia nell\'omicidio dell\'industriale ad opera del ragazzo, che non sa più fare a meno del suo alter ego.       Il giudizio Metafore culinarie a parte , \"un affare di gusto\" è senz\'altro un film piacevole e ricco di cultura gastronomica , che gioca sui significati incrociati di amore, morte, nutrimento. Interessante iperbole di tradizione letteraria.       Il commento \"Un amore quasi perfetto, una perfetta fusione\", dice Frederic Delamont al suo giovane amico. L\'amore nella sua forma più siderale, che contiene in sé tutte le coordinate per l\'autodistruzione: la manipolazione, la sofisticazione del sentimento e il conseguente platonismo, l\'impossibilità dell\'unione reale e la dimensione gioco- fantastica che accoglie i protagonisti del romanzo \"Affaires de gout\" di Philipp Balland, portato alla finzione cinematografica da un manipolatore di se stesso ( ma anche degli altri , vista la sua professione principale) per eccellenza, Bernard Rapp, famosissimo giornalista, reporter e anchor man della televisione, cultore di cinema e letteratura. Questo secondo film di Rapp può essere definito un noir della mente che attinge dai territori molto vicini all\'amore, come l\'arte culinaria, gli ingredienti per cuocere a fuoco lento l\'integrità morale di una persona, tramutandola in un irresistibile piatto unico. Inneggia allo slow food, \"un affare di gusto\", sembra quasi che il palato dei due protagonisti sia una dote innata, un talento naturale alle miscele di sapori, che porta a quelle confusioni reali che forse chi mangia un piatto di spaghetti non avrà mai. Così, tra insalate di pere al S. Daniele, trionfi di crostacei, rombi in salsa danese annaffiati da Moulin d\'annata, si compie il destino del giovane Nicolas, vittima e inconsapevole carnefice del suo \"maestro di gusto\", Frederic, un perverso del cibo che ha il terrore di essere intossicato ed è allergico al pesce e ai formaggi, oltre ad essere, ce lo potevamo aspettare, anche maniaco dell\'igiene e claustrofobico. E\' naturale che desideri morire per mano di un alter ego che si costruisce con le sue mani, clonandolo da se stesso per poter fingere di essersi ucciso da solo. Bella regia di Rapp, che non esaspera una storia naturalmente portata alla forma della spirale, ma segue un andamento semi nascosto, discreto da cucina francese .    
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