Viva la Francia e viva un regista come Patrice Leconte in grado di omaggiare il genere della commedia da salotto, con uno stile visivo dinamico, quasi documentaristico, che è una piccola novità del genere. Insieme alla mano registica innovativa, la gradevolezza della pellicola è data dalla partecipazione dell'alfiere Christian Clavier, che in Tutti pazzi in casa mia, mostra le nevrosi di un borghese doc, egoista, presuntuoso, ipocrita, e tutte le energie che nello spazio di una giornata, complottano per minare il suo universo perbenista. D’altronde il tono è leggero fin dalle premesse; e qui il problema più importante del protagonista, quello che darà l’avvio alla storia, è l’impossibilità di ascoltare un disco del suo autore preferito e appena acquistato ad un mercatino delle pulci.
Dall’altra parte del ring invece, troviamo i ritratti sfaccettati, che pur viaggiando nel porto sicuro del carattere stereotipato, dalla parigina snob (Carole Bouquet), alla donna di servizio Rossy de Palma, al figlio sinistroide Sebastien Castrò, segnano la qualità di un film raffinato che ha ritmo e arguzia, pur inserendosi in un filone ben riconoscibile e anche un po’ stantio.
Tutto merito di una regia elegante nei dettagli e molto ritmata, che cerca così di movimentare la verbosità eccessiva della scena e scardinando con successo la facile prevedibilità dell’intreccio segnato dalla fissità dell’imprevisto rocambolesco.
Si ride certo e si solidarizza con un personaggio non per forza positivo, anzi piuttosto repellente, in una commedia rapida, che sfrutta bene gli spazi e allontana qualunque sensazione claustrofobica con un ottimo lavoro di sceneggiatura e recitazione, tutto compreso nelle smorfie malcelate dal perbenismo petit-bourgeois di Clavier.
Tutti pazzi in casa mia è distribuito nei cinema da Filmauro.
