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Tre all'improvviso - La nostra recensione

Commedia del tipo peggiore: fortemente reazionaria, ma convinta del contrario

Tre all'improvviso - Katherine Heigl e Josh Duhamel

03.12.2010 - Autore: Federica Aliano
Che il typecasting non sia una buona cosa ormai lo sappiamo tutti, ma se anche al prossimo film Katherine Heigl interpreterà la bella e bionda single precisina, che nonostante la sua estenuante perfezione non riesce ad accalappiare un uomo, l’ennesima conferma che a Hollywood hanno poca fantasia sarà bollata con la ceralacca. Un peccato perché invece la controparte maschile Josh Duhamel, che pure interpreta un altro cliché, è gradevolissimo e anche parecchio divertente. L’idea alla base del film era buona, di quelle che si prestano a mille gag e speculazioni color confetto, purtroppo però si perde in un messaggio solo in apparenza leggero e in realtà troppo conservatore.

Katherine Heigl in Tre all'improvviso

Una coppia male assortita, non c’è dubbio, quella formata da Holly ed Eric, designati dai rispettivi migliori amici come tutori legali della loro figlioletta, che resta orfana quando è ancora in fasce. È abbastanza evidente che i due sceneggiatori, Ian Deitchman e Kristin Rusk Robinson, siano al loro esordio, come risulta evidente che probabilmente nessuno dei due ha un bambino, dal momento che i buchi nello script comportano che alla povera pupetta non venga cambiato il pannolino per giorni e che dica “mamma” senza averlo sentito pronunziare da anima viva.
La ex star di “Grey’s Anatomy” è monolitica nelle espressioni facciali, impegnata com’è a mostrare quanto sta bene con abiti fascianti e come può lavorare, cucinare e badare a una bimba indossando tacchi vertiginosi, per fortuna c’è il ruolo secondario di Josh Lucas a dare un po’ di autentica classe e una buona dose di charme che spezzano la noia derivante da battute che non fanno ridere.

Josh Duhamel e Katherine Heigl in Tre all'improvviso

Quel che è peggio, però, è il suddetto messaggio: ci si può fare belli e passare per persone dalla mentalità aperta inserendo tra i vicini una coppia gay e piazzando al punto giusto una battuta finto-femminista (“Le vedo le occhiate, in pasticceria, quando notano che non ho un anello al dito”), ma se poi a venir pubblicizzata come unica meta per la ricerca della felicità è la famiglia vecchio stile, con tanto di casa padronale su più piani e stipendi invidiabili (lui guadagna più di lei, non sia mai il contrario!) con stucchevoli incursioni nel moralismo, si gettano alle ortiche tutte le possibilità che il soggetto dava, anche di inserire una spruzzatina di critica sociale, magari parlando in modo divertente di una famiglia disfunzionale. Sarà per un’altra volta...

"Tre all'improvviso" è distribuito nelle sale dalla Warner Bros.

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