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Transformers 3 - La nostra recensione

Michael Bay raggiunge nuove vette dell'esagerazione e del super io cinematografico nel terzo capitolo della sua saga robotica

Transformers 3 - Shia LaBeouf, Rosie Huntington-Whiteley

03.07.2011 - Autore: Alessandro De Simone
Qualunque possa essere il gusto personale nei confronti del suo cinema, bisogna rendere atto a Michael Bay che film dopo film fa sempre del suo meglio per portare il concetto di larger than life a vette sempre più alte. Non è un caso, oltretutto, che per questo terzo episodio di “Transformers”, saga ludorobotica ispirata ai pupazzetti della Hasbro, abbia trovato in James Cameron un fiero alleato, uno che come lui tende a fare un cinema ipertrofico, sebbene con risultati e concetti ben diversi.

Il malvagio Shockwave

Transformers 3” segna l'esordio di Bay nel 3D, ma soprattutto speriamo segni la fine del franchise, che aveva già ben poco da dire con il numero due e che non racconta molto di più in questo nuovo appuntamento. Sebbene molto ben congegnato in alcuni nodi di sceneggiatura che si collegano a reali avvenimenti storici, come le missioni lunari e il disastro di Chernobyl, Transformers 3” soffre di tutti i difetti peggiori del cinema di Bay, che non riesce a unire il suo infinito desiderio di mostrare a un'asciuttezza contenutistica che tanto bene gli farebbe. Non a caso, il film migliore di questo vero e proprio coatto, in senso buono ovviamente, della macchina da presa, è probabilmente quello più bistrattato, “The Island”, che per quanto visto e stravisto aveva delle intuizioni di ottimo livello.

La bella Rosie Huntington-Whiteley

In questo caso, a parte quello che già vi abbiamo raccontato, c'è davvero pochissimo ed è comunque merito di chi sa come si fa il cinema. Frances McDormand, John Malkovich e John Turturro regalano quei pochi momenti davvero gradevoli di “T3” (mi raccomando, non confondetelo con “Terminator”), mentre per il resto ci sono solo le urla di Shia, le carnose labbra di Rosie e il metallo digitale di Optimus e compagnia trasformabile. Ma soprattutto, sono sin troppo evidenti le fastidiose allusioni omofobiche, l'imperante maschilismo (la donna al comando fa sempre la scelta sbagliata, la bella di turno è una Desdemona che semina zizzania) e il machismo testosteronico tutto anni Ottanta, privo però dell'ironia che caratterizzava i film di Stallone, Willis e Schwarzy.

Shia LaBeouf e John Turturro in una scena

Qui tutto si riduce a una lunga sequenza in cui Bay si diverte a devastare Chicago con il computer, dando una precisa indicazione, oltretutto, di quel che sarà il cinema del futuro, perchè la noia che produce “Transformers 3” porta inevitabilmente all'interattività dello spettatore, stufo di essere preso per più cretino di ciò che è e di conseguenza naturalmente portato a sviluppare i propri nodi narrativi.

Detto in soldoni: l'era dei videogiocatori-autori è sempre più vicina.

Transformers 3” sarà distribuito in Italia da Universal, a partire dal 29 giugno.

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