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"Thomas in love"
"Thomas in love"

15.02.2001 - Autore: Beatrice Rutiloni
Thomas vive da otto anni chiuso in casa e soffre di agorafobia. Ora ne ha 32 e non ha contatti con lesterno se non attraverso lo schermo del computer. Il solo rivedersi in un filmino che lo ritrae bambino in riva al mare, gli provoca degli stati di soffocamento. La sua compagnia di assicurazione, gli fornisce tutte le cure, dallavvocato allanalista. Tutto scorre liscio, Thomas sembra perfettamente a suo agio nella condizione di eremita, non guarda il resto del mondo con desiderio, ma come da una palla di vetro. Finchè un giorno, il suo analista decide che è arrivato il momento per Thomas, di ricevere una scossa per uscire allo scoperto: si deve innamorare. Quindi lo iscrive, contro la sua volontà, ad un club di incontri. Prima di ciò lamore per Thomas, si chiamava Clara, una partner virtuale che riusciva perfettamente a colmare la semplice soddisfazione di un bisogno fisiologico. Thomas viene quindi costretto a passare dal cybersex alle persone in carne e ossa, di cui non può tollerare la presenza neanche in casa propria. Riesce comunque a stabilire una sintonia con Melodie, una video-poetessa. Ma il rapporto dura molto poco, fino a quando lattenzione di Thomas viene colpita da unaltra donna, Eva, una prostituta-infermiera fornita dal servizio sanitario. Un particolare lo attrae, la donna piange, mostra dei sentimenti. Thomas comincia ad inseguirla, ma quando lei gli propone i suoi servizi a domicilio, lui rifiuta. Alla fine Eva lo sfida, gli chiede di dimostrare il suo amore incontrandola in un posto pubblico. Thomas prova ad uscire ma è colto da un grave attacco epilettico. Quando si riprende comincia a cercare Eva, che nel frattempo è stata assegnata ad un altro incarico. Thomas decide di uscire definitivamente dalla sua malattia per cercare la donna che ama.
Il commento
Finalmente i film computerizzati, digitalizzati, videogiocati o virtualmente animati, si liberano di un tabù che li perseguitava da tempo: la noia. Ecco un modo di trattare il futuro in guanti bianchi, non soffocandolo di aspettative e di così sarà futuristici e pretenziosi. Thomas et amoreux, peccato che il titolo non sia rimasto originale, ma a qualche regola comune ci si dovrà pure attenere, e così sia : Thomas in love , del belga Pierre-Paul Renders, distribuito dalla Keyfilms, è un film pieno di unanima tecnologica che, per poca fantasia, nessuno mai aveva attribuito ai computer. Lalchimia è semplice e in qualche senso antica. Le fiabe sulla nascita (o sulla rinascita delluomo) si perdono nella notte dei tempi. Allora, perché non contaminarle con lelemento attuale? Perché non far toccare con mano alla nostra società tutti i luoghi comuni di cui si va nutrendo, le filosofie malleabili, loverdose di orientalismo, lo Zen, la mania degli analisti, la bioetica, costruendogli comunque attorno un ambiente rassicurante? Il mondo di Thomas non è pessimista, tutto è tranquillo, la pace e la ricchezza sono altamente diffusi (le assicurazioni provvedono anche a fornire prostitute a domicilio) e quando tutto va così bene, alla fine, ci si perde dentro se stessi. Tecnicamente il film è tutto giocato sulleffetto inquietante/ rassicurante, sottolineato dalluso di varie videocamere, dalla Beta digitale alla Hi-8, in un legame interattivo e opposto con lo spettatore: immagine centrata, in soggettiva, chiara e artificiale, è, per noi che stiamo fuori, inquietante. E alla fine della proiezione si prova un certo disagio ad uscire per le strade. A Thomas ci si affeziona, pur vedendolo per tutta la durata del film, se non di spalle nellultima scena quando viene alla luce, ed è molto contagioso, gli si vuol bene e si spera che faccia la scelta giusta. E uno che comunica con i suoi video- vagabondaggi , e rimette a posto le sbagliate idee che abbiamo avuto per tutto questo tempo delle immagini, che divengono intima conoscenza della realtà.
In sintesi.
Il regista ha vinto la sua sfida: Concepire un oggetto visuale per nutrire locchio senza sovraffollare limmaginazione o congestionare la riflessione.
Il giudizio
Un esperimento riuscito