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The Ring 3 - La nostra recensione

Il film che completa la trilogia reboot inserisce trovate interessanti in un progetto produttivo che non sembra curarsi della coerenza interna.

16.03.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Presentato come sequel di The Ring 2, dal quale lo separano circa dodici anni, e ri-titolato in modo da favorire confusioni e creare false aspettative, sarebbe più corretto riferirsi al nuovo film della saga iniziata con i J-horror Ringu di Hideo Nakata con il titolo originale di Rings, e non - appunto - come The Ring 3. Il plurale, infatti, sembra adattarsi meglio a questo tentativo di rilanciare il franchise, e di farne - dichiaratamente - un trampolino per eventuali sequel sulla scorta dei vari Paranormal Activity, ma solo in caso di successo al botteghino.



Che probabilmente avremo, visto che il film ha già più che triplicato l'investimento iniziale, con buona pace del sempre più anacronistico circolare di una videocassetta e dell'insistere su una tradizione vincolante, nelle dinamiche di base, ma anche per quanto riguarda la struttura del film - per il doppio prologo e il finale aperto - o marchi e apparizioni varie. In fondo, è quel che il pubblico si aspetta e che connota la serie, che in questo caso prosegue sulla strada aperta dall'ultimo film anche nello scambio a doppio senso tra i due livelli (reale e soprannaturale) su cui si svolgono l'azione e l'indagine.

A questa voce troviamo le parti migliori, del gruppo di studio sull'Enigma Samara e del climax ecclesiastico finale, anche per la presenza di Johnny Galecki prima (che onestamente fatichiamo a scollare dal suo personaggio televisivo) e di Vincent D'Onofrio poi. Peccato che complessivamente facciano l'effetto di parentesi riciclate da film di altro genere, incollate sulla solita griglia per darle una parvenza di novità. Purtroppo l'effetto patchwork è totale, soprattutto mettendo insieme tutti i buchi di sceneggiatura e le forzature (il pedinamento iniziale del professore nel collage, l'insistenza di questi a non comunicare direttamente o alla segreteria telefonica la scoperta tenuta per il colpo di scena finale, qualche confusione nella gestione di personaggi storici e cronologia, la troppo rimandata vendetta della stessa Samara).



E l'effetto nostalgia è inevitabile, per quanto si possa apprezzare la citazione - pur 'telefonata' sin dall'inizio - del Mito di Orfeo e l'aggiornamento delle immagini maledette con la trovata del 'video nel video'. Come sarà davvero di pochi - produzione esclusa - la speranza di vedere progredire la sequela di ulteriori capitoli, sempre meno solidi e capaci di rinverdire i fasti iniziali.


The Ring 3, in sala dal 16 marzo 2017, è distribuito da Universal Pictures